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Nel "Decreto Rilancio" approvati tre emendamenti importanti per il comparto moda proposti dall'Onorevole Mariastella Gelmini.

Con riferimento al c.d. “Decreto Rilancio”, in relazione al nutrito pacchetto di emendamenti che lʼOnorevole Mariastella Gelmini di Forza Italia ha presentato sul “Piano Moda” presso la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati sono stati approvati dal Governo tre emendamenti rilevanti e particolarmente onerosi che impattano direttamente sul comparto moda.

In particolare si tratta delle seguenti proposte:

  • l’emendamento 38. 33 con cui si prevede l’istituzione presso il Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di sostenere l'industria del tessile, della moda e degli accessori a livello nazionale, di un apposito Fondo per il design e la creazione, denominato "Fondo ClusterTMA, tessile, moda e accessori", con una dotazione iniziale di 5 milioni di euro per l'anno 2020. Tale fondo è finalizzato a sostenere le start up che investono nel design e nella creazione, nonché a promuovere giovani talenti del settore del tessile, della moda e degli accessori che valorizzano prodotti Made in Italy di alto contenuto artistico e creativo, tramite l'erogazione di contributi a fondo perduto riconosciuti nella misura del 50 per cento delle spese ammissibili.

  • l’emendamento 48. 08 recante misure per contenere gli effetti negativi sulle rimanenze finali di magazzino nel settore tessile e della moda.  La proposta emendativa trae origine dalle implicazioni sulle rimanenze di magazzino del lockdown imposto per il coronavirus, che ha comportato la chiusura dei negozi di articoli di abbigliamento, calzature, pelletteria ed altri accessori durante i mesi di marzo, aprile e maggio. Come noto, questi rappresentano i mesi primaverili fondamentali per le vendite della stagione primavera /estate a prezzo pieno (prima dei saldi). A causa lockdown gli esercizi commerciali stanno subendo per ogni settimana di chiusura un ingente danno, a causa della totale assenza di ricavi ed inoltre dell’obsolescenza della merce (per l’appunto “stagionale”) che rimarrà per la maggior parte invenduta, non essendo immaginabile un recupero nelle poche settimane che rimarranno, in quanto: - ci vorrà del tempo per ritornare al livello di consumi pre-crisi; - i mesi che seguiranno sono quelli condizionati dai saldi di fine stagione, che quest’anno sembreranno proprie “liquidazioni/ svendite”. Inoltre, è facile prevedere che soltanto in piccola parte tale merce riuscirà ad essere rivenduta attraverso i tradizionali canali secondari quali outlet e stocchisti, per la prevedibile abbondanza di offerta rispetto alle necessità di mercato. Inoltre giova ricordare come tale dinamica possa alimentare una distribuzione non selettiva, incontrollata, da cui possono derivare danni di immagine e percepito dei brand del Made in Italy nonché successivi problemi ambientali di smaltimento di quanto risulterà alla fine invenduto. In tale situazione, questa proposta emendativa mira ad introdurre misure specifiche di sostegno da parte dello Stato, tramite l’attribuzione di un credito di imposta pari al 30% dell’incremento delle rimanenze finali di magazzino causato dalla crisi in corso con un impatto economico di ben 45 milioni di euro per l’anno 2021.
  • l’emendamento 46. 03 che interviene sull’articolo 12-bis del decreto liquidità incrementandone la dotazione sino a 30 milioni di euro e prevedendo altresì che la quota incrementale sia destinata alle imprese diverse dalle PMI e agli operatori del settore fieristico, con riferimento al ristoro dei danni prodotti dall'annullamento o dalla mancata partecipazione a fiere e manifestazioni commerciali in Italia.
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