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Spazio, lanciato il satellite Ixpe: missione congiunta tra Nasa e Asi

Daremo uno "sguardo" a esplosioni di supernovae e i buchi neri supermassicci

Missione Nasa-Asi: lanciato il satellite Ixpe dalla base di Cape Canaveral

E' stato lanciato dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida, il satellite per l'astronomia Ixpe.

E' destinato a studiare i fenomeni estremi dell'universo nella missione congiunta di Nasa e Agenzia Spaziale Italiana, con la partecipazione di Istituto Nazionale di Astrofisica e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Il lancio è avvenuto con un razzo Falcon 9 della SpaceX.

Una missione da 180 milioni di euro - Partita nel gennaio 2017, la missione Ixpe (Imaging X-ray Polarimetry Explorer) è stata sviluppata nell'ambito del programma Small Explorer (Smex) della Nasa e ha un costo complessivo di 180 milioni. L'Italia partecipa con 20 milioni di euro e la sua competenza scientifica e tecnologica: l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) ha il coordinamento scientifico, mentre l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), con l'Inaf e il supporto dell'Asi, ha ideato e sviluppato lo strumento che costituisce il cuore della missione, il Global Pixel Detector (Gpd). Alla parte scientifica collabora anche l'Università di Roma Tre.

 

Daremo uno "sguardo" a esplosioni di supernovae e i buchi neri supermassicci - L'Asi mette inoltre a disposizione della missione Ixpe sia la sua base di Malindi per la ricezione dei dati, grazie alla collaborazione della Telespazio (Leonardo-Thales), sia lo Space Science Data Center (Ssdc) per l'analisi dei dati. Per l'industria collabora alla missione anche l'azienda Ohb-Italia. Gli strumenti a bordo della missione Ixpe sono progettati per osservare fenomeni violenti e ancora misteriosi dell'universo - come esplosioni di supernovae o buchi neri supermassicci - con un'efficienza cento volte maggiore rispetto a quella dei telescopi a raggi X di 50 anni fa.

 

I tre telescopi a bordo dell'osservatorio Ixpe, tutti progettati e realizzati in Italia, permetteranno di capire come i raggi X emessi da oggetti cosmici
lontanissimi e ancora quasi sconosciuti vengono polarizzati, ossia come vibrano in una particolare direzione, e questo aiuterà a conoscere meglio gli ambienti estremi nei quali vengono generati. 

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