Università, nonostante il Covid aumentano le matricole: quest'anno +7% di nuovi iscritti
Il ministero dellʼUniversità e della Ricerca ha diffuso i dati aggiornati sulle immatricolazioni allʼanno accademico 2020/2021. Fugati i timori di questʼestate: deciso aumento per le iscrizioni

Dopo l’emergenza sanitaria da Covid-19 il Ministero dell’Università e gli atenei italiani temevano una fuga dagli atenei ma soprattutto una diminuzione del numero dei nuovi iscritti. Una rilevazione condotta dallo stesso Ministero, però, certifica l’esatto contrario: la maggior parte degli atenei non ha subito il temuto calo, anzi in molte università il numero delle matricole è cresciuto. In media, come riporta il sito Skuola.net, la crescita è stata del 7% rispetto allo scorso anno.
La soddisfazione del ministro Manfredi
La nuova rilevazione del ministero dell’Università sul numero di iscritti nelle università italiane dopo l’emergenza sanitaria ha quindi scongiurato qualsiasi preoccupazione nata in primavera. L’intera penisola, infatti, malgrado il passaggio alla didattica a distanza, ha conosciuto un aumento del numero degli iscritti. Con il ministro Manfredi che sottolinea il potenziale strategico delle misure adottate nei mesi scorsi a favore degli studenti di tutta Italia. Prima dell’estate, infatti, sono stati diversi gli interventi effettuati sulla no tax area e sulla rimodulazione delle tasse universitarie, incluse le iniziative di solidarietà digitale delle singole università. Ecco le sue parole: “Anche se sono dati provvisori e destinati a cambiare mi sembrano interessanti perché ci dicono, da un lato, che le misure volute dal governo sul diritto allo studio sono state strategiche e, dall’altro, che le famiglie hanno visto nell’iscriversi all’università il modo migliore per affrontare la crisi”. Il Ministro, inoltre, si augura un ritorno in presenza al 50%, in base al quadro epidemiologico, per l’inizio del secondo semestre con le medesime modalità adottate a settembre.
Crescono gli atenei del Centro-Sud e le piccole università
L’emergenza sanitaria da Covid-19 non ha dunque ostacolato il passaggio dei neodiplomati all’università. Per quanto riguarda le sole lauree triennali, gli immatricolati sono più di 324mila; quando un anno fa, nello stesso periodo, erano state solo 305mila (un numero già in salita del 4,8% rispetto a dodici mesi prima). Se a quelli delle triennali aggiungiamo, poi, anche i dati degli immatricolati alle lauree magistrali e ai corsi a ciclo unico, si arriva a oltre un +7% (da 445mila a 477mila).
Buone notizie per il Mezzogiorno, che registra 8mila matricole in più (+6,6%) rispetto al 2019/20. Va ancora meglio alle università del Centro (+ 9,9%). Tiene, con percentuali lievemente inferiori, anche il Nord (+5,1%). A livello regionale, sono l’Umbria, la Sicilia e il Veneto a riscontrare maggiore successo.
Un altro aspetto da considerare sono gli ottimi numeri degli atenei “piccoli”. Boom di matricole per l'università della Tuscia (+56%), per quella di Perugia (+35%) e per l'Orientale di Napoli (+32%), che ottengono i migliori risultati in termini percentuali. Per quanto riguarda i numeri assoluti, invece, il primato di crescita va alla "Sapienza" di Roma (+2.379) davanti a Perugia (+2.365) e a Padova (2.091). In termini di neo-iscritti, il totale complessivo è ancora altissimo per la "Sapienza", prima tra le università italiane, con 27.689 matricole; Bologna è seconda con 24.722; sul terzo gradino del podio c'è Padova (con 20.631). Anche le private reggono la crisi: Luiss +6,4%, Bocconi +3,1%, Cattolica + 2,5%. Humanitas addirittura +43,9%.
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