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Sicurezza, cattedre, didattica: ecco le richieste dei presidi al ministro Bianchi

I rappresentanti dei dirigenti scolastici dettano la loro linea al nuovo ministro dell'Istruzione. Indicando quelle che, secondo loro, sono le priorità da affrontare per la ripartenza della scuola

scuola lockdown
Ansa

Con l’insediamento del nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sono in tanti a osservare le nuove mosse del MI, soprattutto in relazione al rientro in classe dei ragazzi. Tra loro anche i rappresentanti dei dirigenti scolastici. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, Rusconi, in una lettera esprime le sue preoccupazioni sulla situazione odierna, avanzando anche cinque richieste da sottoporre all'attenzione del neo ministro. Mentre il Presidente dell'ANP, Giannelli, si concentra sull'emergenza Covid.

ANP Lazio: la lettera al neo ministro dell'Istruzione

Come detto, il presidente dell'ANP Lazio, Mario Rusconi, ha inviato una lettera aperta indirizzata al Ministro, nella quale richiama l'attenzione su 5 problematiche considerate particolarmente importanti e prioritarie. Si parte dal capitolo edilizia scolastica. "Ad oggi - sostiene Rusconi - manca un piano serio sull’argomento, considerando che la maggior parte degli edifici ha più di 50 anni. Servono grandi investimenti per mettere le scuole a norma, avendo finalmente contezza di una mappatura complessiva da parte degli enti locali per risalire alle necessità degli interventi da pianificare. Strumento che, tra l’altro, non sarebbe nemmeno difficile da attuare, potendolo integrare con il documento di valutazione del rischio in possesso di ogni scuola."

 

Il secondo punto di attenzione sono le cosiddette “classi pollaio”. Secondo il rappresentante dei presidi del Lazio devono essere modificati i parametri di formazione delle classi. "Specialmente per le scuole superiori, a nostro parere non si dovrebbe superare il numero di 23 studenti per
classe. Altrimenti si diventa una fabbrica di dispersione e sarebbe dare una mano alla devianza sociale" afferma Rusconi. 

 

Per quanto riguarda poi la questione docenti, secondo il presidente ANP del Lazio "è necessario che i ragazzi a settembre trovino in cattedra gli insegnanti titolari". E, aggiunge, "non è complicato farlo tramite le scuole-polo, che si accollano le nomine dei docenti per conto dell’Ufficio scolastico regionale. Un sistema che dovrebbe essere messo in funzione già a luglio. A Roma, a metà anno scolastico, ci sono ancora scuole con docenti 'temporanei', che potranno saltare quando verrà ufficializzata la nomina del titolare".

 

Torna pure la questione del personale delle scuole, al quarto punto, con l’annosa situazione del reperimento del personale qualificato per le segreterie degli istituti.

 

Infine l'ultima richiesta, derivante dai timori per la variante inglese del virus, più contagiosa anche nei più piccoli. "Non sono un epidemiologo per dissertare in materia - scrive Rusconi - ma nel caso l’epidemia si dovesse rafforzare seguendo quanto ci viene detto, conditio sine qua non sarebbe certamente assicurarsi del potenziamento delle connessioni di rete delle strutture scolastiche, in molti casi tuttora fortemente carenti.".

 

Giannelli: la preoccupazione dell’ANP per le varianti del Covid-19

Anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, ha esternato le sue preoccupazioni sul ritorno in classe, viste le numerose varianti del virus che si stanno diffondendo ora nel nostro Paese: “Sicuramente l’obiettivo è tornare in classe al 100% ma il problema è se sia possibile, tanto più con la variante inglese che sembra molto aggressiva dal punto di vista dei contagi. In questo momento è molto difficile pensare al rientro al 100% - afferma Giannelli - ma è certamente un obiettivo di lungo termine, l’anno prossimo dovremmo avere tutta la popolazione scolastica in classe, anche per questo abbiamo chiesto una accelerazione della campagna vaccinale per la scuola”.

 

Lotta al virus, le 5 richieste dei presidi alla comunità scolastica

Giannelli ha poi continuato la sua intervista ricordando che "le scuole superiori dopo lo stop del Natale sono tornate in classe al 50%, con una progressione graduale verso il 75%, nell’ottica di un rientro completo qualora le condizioni epidemiologiche lo avessero permesso. A conti fatti non sta accadendo, le scuole superiori mantengono nella maggior parte dei casi quote di didattica in presenza dimezzata e la circolazione del virus si fa particolarmente aggressiva laddove prevale la variante inglese". E, dunque, il rappresentante dei Presidi elenca i cinque punti che l’ANP vorrebbe che i docenti, i dirigenti scolastici ma anche gli studenti prendessero in considerazione: vaccinarsi quando chiamati, usare mascherine Ffp2 negli ambienti chiusi (inclusi negozi e scuole, mentre per strada bastano quelle chirurgiche o anche di stoffa), non organizzare ritrovi in casa con amici o parenti, andare al ristorante solo con i propri conviventi, evitare sempre di incontrare persone fragili senza le dovute precauzioni (anche i nonni).
 

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