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Scuola, effetto Invalsi: è un'Italia a due marce

Attraverso i test del 2018 una fotografia del mondo scolastico del Belpaese: il Nord corre, il Sud arranca

Scuola, effetto Invalsi: è un'Italia a due marce - foto 1
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Aumenta la distanza tra Nord e Sud.

Anche secondo le prove Invalsi. A certificarlo è lo stesso Istituto che organizza i questionari - che dovrebbero testare le competenze degli studenti e, di riflesso, dell'intero sistema scolastico - nel suo Rapporto sul valore aggiunto, misurato analizzando i test del 2018, come riportato dal portale per gli studenti Skuola.net.

Il valore aggiunto
La metodologia effettuata dall'Invalsi si è basata sul valore aggiunto, o cosiddetto "effetto scuola", che si "testa" da settembre 2016. Si tratta di una misura della qualità delle competenze degli studenti “al netto” di tre fattori che non dipendono dalla scuola: il livello socio-culturale del territorio (background ambientale); il livello socio-culturale della famiglia di ciascun alunno (background individuale); le competenze che gli studenti già possedevano all'ingresso della scuola.

Le prove Invalsi 2018 hanno coinvolto oltre un milione e 100mila allievi della scuola primaria (classe seconda e quinta), circa 570mila studenti delle medie (classe terza) e circa 550mila studenti delle superiori (seconda classe). Nell'arco di tre settimane sono state erogate oltre 2,2 milioni di prove agli allievi delle medie e in due settimane oltre un milione e 100mila a quelli delle superiori.

I risultati: nel Mezzogiorno maggiore divario
Secondo quanto reso noto dall'Invalsi, la grande maggioranza delle scuole d'Italia ottiene i risultati che era prevedibile ottenesse, tenuto conto delle caratteristiche dei suoi studenti; mentre sono una minoranza le scuole con valore aggiunto "positivo" o "negativo", a seconda che raggiungano o meno i risultati attesi. In questo contesto, tuttavia, si rileva come il sistema scolastico nel Mezzogiorno e nelle Isole tende a una divaricazione fra scuole più e meno efficaci maggiore di quella presente nelle regioni settentrionali e centrali, dove l'efficacia del servizio scolastico sembra essere invece più uniforme.

Infatti, le scuole “meno efficaci”, vale a dire quelle che non riescono a far fare agli studenti un salto in avanti (nonostante le condizioni di partenza), al sud sono di numero maggiore rispetto a quelle eccellenti. Dalle regioni del centro in su, questa differenza è meno marcata.

Le prove Invalsi per il 2019
Per la prima volta, dal 2019 anche i ragazzi dell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado sostengono le prove Invalsi in Italiano, Matematica e Inglese e le svolgono al computer. Gli studenti coinvolti in questo caso saranno 481.427 suddivisi in 25.800 classi e le prove saranno somministrate fino al 30 marzo in una, due o tre giornate, secondo il calendario stabilito dalle scuole.

La prova di Italiano, unica per tutti gli indirizzi, prevede domande di analisi e comprensione del testo e di riflessione sulla lingua, per una durata di 120 minuti. La prova di Matematica, invece, è differente a seconda della scuola, con domande di diversa tipologia a seconda che si tratti di licei di indirizzo non scientifico e istituti professionali, di istituti tecnici o di licei scientifici. I ragazzi avranno, anche in questo caso, 120 minuti per completarla. La prova di Inglese è bilivello - B1 e B2 - e servirà a valutare la conoscenza della lingua secondo il “Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue”. E' divisa in due parti: lettura e ascolto. Per la prima, sono previsti 90 minuti massimi; per la seconda, 60 minuti.