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Piano Scuola 2021/2022, come si tornerà a settembre? Cosa sappiamo finora

In questi giorni si parla di obbligo vaccinale per docenti e studenti, di Green pass per entrare in classe, di regole per la didattica in presenza

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Giovedì 29 luglio potrebbe essere il giorno della verità per l'anno scolastico 2021/2022. E' infatti prevista la presentazione da parte del governo del Piano Scuola, il documento con le regole per la ripresa delle lezioni - in discussione nelle prossime ore all’interno del Consiglio dei Ministri - che confluirà nel decreto che dovrebbe entrare in vigore il 6 agosto.

Cosa conterrà il Piano Scuola?

Al centro del dibattito soprattutto la possibilità di imporre o meno l'obbligo vaccinale per docenti e studenti o, in alternativa, l’introduzione del Green pass anche per accedere agli istituti scolastici. Anche se questa spinosa questione potrebbe essere rimandata alla fine di agosto, quando si farà un bilancio della percentuale effettiva di persone immunizzate e si valuterà quindi se sia ancora necessario un intervento legislativo in tal senso. Cosa dobbiamo dunque aspettarci nei prossimi giorni? Il sito Skuola.net ha cercato di ricostruire la situazione.

 

Il Ministro dell’Istruzione Bianchi, durante i suoi interventi più recenti, è stato lapidario: la priorità dell’anno scolastico 2021/2022 è quella di riportare in classe gli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado, in accordo anche con quanto dichiarato dal premier Draghi. Ma cosa potrebbe contenere l’ormai famoso 'piano scuola'? All’interno di questo importante documento, concordato con il Comitato Tecnico Scientifico, sono elencate le norme per evitare la didattica a distanza, tra le quali figurano il rapido completamento della campagna di vaccinazione del personale della scuola (docente e non docente), come pure degli studenti a partire dai 12 anni; l’obbligo di mascherina quando il distanziamento risulta impossibile; la scelta tra obbligo vaccinale o Green Pass oppure l'abbandono di entrambe le ipotesi. Il rebus trasporti, invece, sembra ancora lontano dalla soluzione. Sarà proprio il confronto con i ministri a decidere se le raccomandazioni volute dal Cts debbano trasformarsi in obbligo.

 

Obbligo vaccinale per i docenti: ci sarà oppure no?

Stando alle ultimissime indiscrezioni circa l’obbligo vaccinale per il personale scolastico, sembrerebbe per ora non essere una priorità; nonostante il presidente dell’associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, continui invece a sostenere che l’esito della campagna vaccinale per dipendenti e studenti sia essenziale per un “rientro duraturo e in presenza”. Anche la vaccinazione degli studenti, da par suo, non sembra ad oggi prioritaria.

 

A intervenire sulla questione è stato anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, secondo il quale “i professori non vaccinati contro il Covid-19 sono una minoranza del totale, poco più di 200mila. Ma, al tempo stesso, si augura che nei prossimi giorni questi docenti decidano di vaccinarsi, in primis per se stessi e soprattutto se saranno in aule con ragazzi sotto i 12 anni che non si possono vaccinare”.

 

Fiducioso il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che si è prodigato in prima persona per spingere verso l’obbligo vaccinale: “Abbiamo ancora qualche giorno e qualche settimana davanti a noi per cercare di fare un’opera di persuasione e convincimento - sottolinea Costa - per far comprendere a questi concittadini quanto sia importante la loro vaccinazione”. Ciò potrebbe voler dire che per decidere ci sarà tempo fino a oltre la metà di agosto, intorno al 20 del mese, quando cioè il commissario per l'emergenza Figliuolo terminerà la sua ricognizione sui vaccinati per capire davvero quanti mancano all’appello e stabilire il da farsi.

 

Distanziamento in classe: se non c'è obbligatoria la mascherina

Passando alle norme che dovranno disciplinare la quotidianità delle classi, il Cts già nelle scorse settimane aveva condiviso il documento con all’interno le linee guida da seguire per il rientro in sicurezza. Queste ultime prevedevano il distanziamento laddove possibile in termini di condizioni strutturali-logistiche esistenti nei presìdi scolastici, facendo attenzione a evitare di penalizzare la didattica in presenza. Tuttavia, come scritto all’interno del documento, l'impossibilità di garantire i necessari distanziamenti nelle aule non determinerà l'automatica interruzione della didattica in presenza quanto, piuttosto, porterà all'adozione delle altre misure, ormai ben note, di prevenzione del contagio. Su tutte l'obbligo di indossare mascherine chirurgiche nei locali chiusi.

 

La pulizia degli ambienti prima di tutto

All’interno del Piano Scuola, inoltre, ci dovrebbero essere pure indicazioni specifiche per quanto riguarda le mense scolastiche; con gli operatori che dovranno somministrare i pasti sempre con la mascherina. Altro nodo essenziale, come avvenuto già per lo scorso anno, sarà quello dell’igienizzazione che dovrà prevedere la pulizia quotidiana, accurata e ripetuta, di tutti gli ambienti. Ma è in ogni ambiente degli istituti che bisognerà rispettare le regole sul distanziamento, di pulizia degli ambienti, sul lavaggio delle mani, sugli scaglionamenti all'ingresse e all'uscita. Dovranno, infine, astenersi dalla frequenza gli appartenenti al personale scolastico e gli studenti con sintomi febbrili o in quarantena, e bisognerà limitare e controllare gli accessi di personale estraneo.

 

Test e tamponi

Il Cts sembra invece non prendere in considerazione, almeno per ora, i test diagnostici preliminari all’accesso a scuola. Rimangono, però, confermate le ordinarie procedure di trattamento di sospetti casi positivi da gestire, come di consueto, in collaborazione con le autorità sanitarie territorialmente competenti.

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