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Maturità 2021, i prof "dimenticano" gli esami: per 6 studenti su 10 un ultimo mese pieno di verifiche

​​​​Quasi due maturandi su cinque non stanno facendo simulazioni del maxi orale, uno su tre non ha neanche iniziato a scrivere l’elaborato

maturità 2019, prima prova, studenti
lapresse

Scatta il countdown: meno un mese alla Maturità 2021, il cui inizio è fissato per mercoledì 16 giugno. Un periodo in cui, tradizionalmente, per i ragazzi di quinta superiore la scuola è praticamente finita e ci si può concentrare quasi esclusivamente sull'esame. Quest'anno, però, sembra esserci un problema. Anzi, più di uno: i professori. Tanti i docenti che, anche all'ultimo anno, stanno approfittando di queste settimane di lezione in presenza per recuperare compiti in classe e interrogazioni lasciate indietro a causa della Dad. A dirlo sono mille maturandi intervistati da Skuola.net: 6 su 10, infatti, lamentano il fatto che i propri insegnanti si stanno concentrando più sulle valutazioni che sul sostegno alla preparazione della prova di giugno.

Non tutti possono studiare per l'esame

Ma, in generale, i carichi di lavoro sono impegnativi praticamente per tutti: il 65% ritiene la mole di verifiche “eccessiva”, un altro 23% “fattibile ma senza dubbio intensa”. Una situazione che sta creando non pochi grattacapi agli studenti, visto che solo 3 su 4 stanno riuscendo a ritagliarsi del tempo per ripassare i materiali per l'esame; gli altri sono invece costretti a studiare per recuperare qualche insufficienza di troppo (13%), se non addirittura per tentare di evitare di non essere ammessi alla prova finale (10%).

 

I professori latitano

Una 'rifinitura' che, peraltro, spesso deve essere svolta in maniera autonoma: solamente 1 maturando su 4 sta facendo delle simulazioni di maxi-orale (unica prova dell'esame di quest'anno) con la maggior parte dei professori; un altro 30% deve accontentarsi giusto di qualche docente di buona volontà; il 38% invece dice di essere stato abbandonato al proprio destino. Pochi pure gli insegnanti che si rendono disponibili a supportare i singoli ragazzi, magari – se in classe si devono concentrare sulle ultime valutazioni - oltre l'orario scolastico: nella maggior parte dei casi (55%) è veramente difficile trovarne uno disposto a rispondere ai proprio dubbi sull'esame.

 

Il voto è importante

Un ostacolo di non poco conto, visto che l'esito della maturità sembra stare molto a cuore a tantissimi ragazzi. Non tanto per la riuscita, abbastanza scontata, quanto per il voto scritto sul diploma. Per 1 su 4 è addirittura fondamentale ottenere il massimo, specie in vista dell'iscrizione all'università; per il 33% è invece importante per una questione di orgoglio personale; a conti fatti meno di 1 su 2 non baderà troppo al dato numerico.

 

In ritardo sulle consegne

Alla luce di quanto appena detto, diventano quasi giustificati i ritardi che in molti stanno avendo nella gestione di tutti gli elementi dell'esame: a due settimane dalla (teorica) consegna dell'elaborato i maturandi si dividono in 3 parti praticamente uguali: chi l’ha praticamente finito, chi ha appena iniziato e chi, addirittura, deve ancora iniziarlo. 

 

Curriculum dello studente: la novità spiazza

Stessa cosa per il curriculum dello studente, grande novità di quest'anno. Un parte, in teoria, la dovrebbe compilare il candidato. Ma, sebbene la piattaforma del Ministero su cui caricare le informazioni sia attiva dall'inizio di aprile, ad oggi solo il 34% l'ha già fatto; il 41% lo farà più avanti. Gli altri? O non hanno nulla da segnalare in aggiunta a quanto riportato dalla scuola (12%) o addirittura non erano a conoscenza della sua esistenza (13%).

 

Alternanza scuola lavoro: c'è chi non l'ha fatta proprio

Troppo tardi, invece, per rimediare alle mancanze sui PCTO (l'ex alternanza scuola lavoro). E per 1 su 3, effettivamente, qualche brivido ci sarà: il 19% non ha completato le ore previste per il proprio indirizzo, il 13% dice di non averle fatte per niente. Per loro sarà difficile capire come si regolerà la commissione: l’ex alternanza scuola-lavoro non è un requisito d’ammissione all’esame ma se ne dovrà comunque dare conto durante il colloquio. Un passaggio che gli studenti stanno affrontando con varie strategie: una buona parte ha già in mente una bozza di relazione delle attività (33%), qualcun altro (16%) la inserirà direttamente nell'elaborato, i più (38%) imbastiranno qualche discorso poco prima dell'orale. Alla fine solo 1 su 10 teme la 'scena muta'.

 

Il maxi-orale ora spaventa

Persino le ipotetiche domande di Educazione civica – previste dall'ordinanza sulla maturità ma basate solo sugli argomenti effettivamente trattati – stanno agitando la vigilia dei ragazzi: solo il 44% ha tutto ben chiaro mentre il 40%, pur avendola approfondita a scuola, non si sente pronto a rispondere; sempre meglio di quel 16% che non l'ha affrontata quasi per niente. Anche se la parte che preoccupa di più è un'altra: le domande multidisciplinari a discrezione dei professori, indicate come nemico numero uno dal 60% dei maturandi. A ragione: questa è l’unica porzione del colloquio d’esame totalmente imprevedibile, con il candidato che dovrà essere in grado di sviluppare una trattazione multidisciplinare a partire da uno spunto (foto, documento o testo le forme più diffuse) proposto dalla commissione, svelato solo in quel momento.
 

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