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Maturità 2018: le tracce da incubo dell'ultimo decennio

Eʼ soprattutto il tema di storia a non piacere agli studenti chiamati alla prova scritta dʼitaliano dal 2008 al 2017

Maturità 2018: le tracce da incubo dell'ultimo decennio - foto 1
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Non c'è storia, nel vero senso della parola.

È l'adagio che accompagna l'esame di maturità da ormai troppi anni. Di solito, quando si parla della prima prova dell'esame di Stato – lo scritto d'italiano – si citano le tracce più amate dagli studenti, quelle più scelte. Ma il ministero dell'Istruzione, nel momento in cui decide con quali temi si dovranno confrontare i maturandi, non sempre incontra i gusti dei ragazzi. Perché alcuni argomenti, ai maturandi, proprio non vanno giù. O, semplicemente, hanno paura di affrontarli. E quelli legati ai grandi avvenimenti storici la fanno sicuramente da padrone in questa triste classifica, che va dal 2008 al 2017. La maturità 2017, la prima targata Valeria Fedeli, lo ha confermato: la traccia sul ‘miracolo economico', con appena l'1,9% di maturandi che l'hanno svolta, è stata di gran lunga la meno scelta.

Prima prova maturità, la storia ‘fallisce' in 8 occasioni su 10
Ma è solo l'ultimo esempio di una striscia di flop del tema storico che, a parte rari casi, in passato non ha soluzione di continuità. Skuola.net lo ha potuto verificare provando a guardare quali sono state le tracce di maturità ‘da incubo' del passato. Le tipologie e gli spunti peggio digeriti da centinaia di migliaia di studenti. E, sembra una coincidenza (ma non lo è), sono quasi sempre le stesse. Negli ultimi dieci esami di Stato – dal 2008 al 2017 - ben otto volte il tema storico è stato praticamente ignorato. Facendo una media complessiva, solamente il 3% dei maturandi ci si è cimentato. Il record negativo? Anno 2010: traccia sulle ‘Foibe'. È lei l'opzione meno scelta tra le settanta esaminate (tra analisi del testo, saggi brevi, temi di storia e d'attualità): ha provato a svolgerla meno di 1 su 100, lo 0,6%.

Con la ministra Gelmini poker di flop per il tema storico
Il ministro dell'Istruzione, all'epoca, era Mariastella Gelmini. Ed è curioso osservare come, su quattro maturità svolte sotto il suo dicastero, ogni volta è stato proprio il tema storico quello più snobbato dagli studenti: oltre al 2010, infatti, la stessa cosa si è ripetuta nel 2008 (traccia sulla ‘condizione della donna': 4,7% di preferenze), nel 2009 (tema sul ‘150esimo anniversario dell'unità d'Italia', per di più appena dopo le celebrazioni: 2,6%) e nel 2011 (gli ‘Anni 70' e il secolo breve di Hobsbawm: 1,4%; sul terzo gradino del podio dei flop da prima prova).

Non c'è argomento che tenga: il Novecento non piace ai maturandi
Ma lo stesso destino è toccato anche alle tracce storiche scelte da molti altri ministri che si sono avvicendati a viale Trastevere. Nelle tre maturità con Stefania Giannini al vertice del Miur, in ben due occasioni (2014 e 2015) si è ripetuto il copione: nel primo caso è stato il tema sulle differenze tra ‘l'Europa del 1914 e quella del 2014' (svolto dal 3,8% dei maturandi); nel secondo a non essere gradita fu la traccia sulla ‘Resistenza' (sviluppata dal 2,5% dei ragazzi). E, se non ci fossero stati gli istituti tecnici, anche la maturità 2016 sarebbe finita in modo uguale: perché nei licei e negli istituti professionali il tema sul ‘Voto alle donne nel 1946' non è piaciuto (solo il 6,5% l'ha scelta); ma, quella volta, è stata l'Analisi del Testo – con il brano ‘Sulla letteratura' di Umberto Eco – ad avere i numeri più bassi (6,2% di consensi).

Nella maturità 2012 a pagare è il saggio breve, ma storico
Nel 2012, invece, troviamo la prima (e, stando a quanto appena detto, per certi versi unica) parentesi in cui il tema storico non ha pagato dazio: sotto il ministro Francesco Profumo il saggio breve di carattere storico politico – ‘Bene individuale e bene comune' – si fermò al 4,1% di scelte (comunque un po' di storia c'è sempre). Ma il tema storico vero e proprio – sullo ‘sterminio degli ebrei' – non fece poi tanto meglio: fu svolto dal 4,7% dei maturandi. Così non sorprende più di tanto che, dall'anno successivo, sia tornata a imporsi la tradizione negativa della storia alla maturità: nel 2013, nell'esame di Maria Chiara Carrozza, la traccia sui ‘Brics' (le economie emergenti) spaventò così tanto gli studenti da non andare oltre l'1,3%, al secondo posto assoluto tra gli argomenti di maturità meno amati dai maturandi (nonostante lo spauracchio Magris all'analisi del testo). E quest'anno, quale sarà il tema da incubo? Toccherà ancora una volta a quello storico?