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Futuri medici: per l'abilitazione basterà la laurea?

I tre mesi di tirocinio dopo la laurea per poter accedere allʼesame di abilitazione sostenibile solo due volte l'anno potrebbero sparire una volta per tutte

Cinque anni di università, 3 mesi di tirocinio dopo la laurea, un esame che puoi sostenere solo due volte l'anno pregando che ti vada bene.

Poi ci sono di nuovo i test per l'accesso agli altri 4/5 anni di scuola di specializzazione. Se tutto va bene, sei in linea con gli esami e fai tutto secondo i tempi stabiliti, entri nel mondo del lavoro della medicina alla veneranda età di 30 anni. Un vecchietto vero e proprio stando agli standard europei. Ma ecco che la proposta approvata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e arrivata fresca, fresca da Cgil, Cisl e Uil potrebbe finalmente rendere la tua vita e quella di tutti gli altri aspiranti medici più semplice. Come? Eliminando una volta per tutte l'esame di abilitazione. Lo rivela Skuola.net.

L'ABILITAZIONE ARRIVA CON LA TESI - Se la proposta diventasse legge, tutti i laureati in Medicina sarebbero abilitati direttamente con la tesi. "Si tratta di una notizia positiva per i futuri medici che in questo modo non saranno più costretti ad aspettare anche diversi mesi per poter conseguire l'abilitazione e per poter partecipare ai test per le scuole di specializzazione e alle scuole di Medicina generale che richiedono il titolo", dice Massimo Cozza, segretario della Cgil medici.

ABILITAZIONE ALLA PROFESSIONE MEDICA: COME FUNZIONA OGGI - Infatti a oggi, dopo la tesi i laureati in Medicina non sono ancora medici a tutti gli effetti e non possono nemmeno fare il test d'ingresso per la scuola di specializzazione scelta. Prima devono essere abilitati con 3 mesi di tirocinio in 3 reparti diversi, uno in una clinica medica, poi in una chirurgica e in ultimo da un medico di medicina generale. A questo punto possono accedere all'esame di Stato che abilita alla professione. Esame che però è possibile sostenere solo in alcuni periodi dell'anno, 2 per l'esattezza. Se non si passa al primo colpo, bisogna aspettare la sessione successiva e non si può svolgere la prova di ammissione per la scuola di Medicina. I tempi si allungherebbero ritardando, così, anche l'entrata nel mondo del lavoro.

L'INCONTRO CON IL MIUR - Le cose potrebbero cambiare se la proposta in questione diventasse legge. Proposta che per ora è stata presa in seria considerazione, stando a quanto emerso dall'incontro di Cgil, Cisl e Uil con i rappresentanti del Miur. Non ci resta che incrociare le dita.