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Cento e lode, bonus sempre meno ricco? Le cose potrebbero cambiare

Molti maturandi puntano al massimo dei voti per avere il bonus in denaro riconosciuto dal Miur. Negli anni, però, la cifra è diminuita costantemente. Ma la riforma della maturità potrebbe far tornare appetibile quella somma: ecco perché

Cento e lode, bonus sempre meno ricco? Le cose potrebbero cambiare - foto 1
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In questi giorni quasi mezzo milione di studenti sta affrontando l'ultima prova, il colloquio orale di maturità.

Qualcuno, tra di loro, ce la sta mettendo davvero tutta per arrivare all'obiettivo più ambito: 100 e lode sul diploma. Sicuramente un fregio importante, ma non si tratta solamente di una vittoria morale Per chi prende il massimo dei voti, infatti, il ministero dell'Istruzione prevede il famoso bonus: una somma in denaro, da assegnare ai maturandi più meritevoli, che vuole essere una sorta di apertura di credito per il futuro, di premio all'impegno. Ma siamo sicuri che ancora convenga passare ore e ore sui libri per primeggiare? Il merito, purtroppo, non "paga" più come un tempo. Almeno era questa la tesi più accreditata fino all'anno scorso. Perché con le novità della maturità 2019, il "gruzzolo" destinato a chi supera l'esame di Stato con il massimo dei voti potrebbe tornare a essere consistente, come ipotizza Skuola.net.

Il 100 e lode paga sempre meno
Nel 2018, infatti, i 6.004 studenti che sono usciti dalle scuole superiori con 100 e lode si sono dovuti accontentare di 300 euro a testa, cifra più che dimezzata rispetto alla quota iniziale. Basti pensare che nel 2007 – anno d'introduzione del bonus maturità, con l'allora ministro Giuseppe Fioroni – il premio era di ben 1000 euro ciascuno. Ma, appena quattro anni dopo (nel 2011), la cifra si era già dimezzata, scendendo a 500 euro. Un volo in picchiata che, seppur con qualche oscillazione, non si è più arrestato: nel 2014 il bonus fu di 450 euro, nel 2016 di ‘appena' 370. Ancora meno nel 2017, con una somma di 340 euro a testa. Dietro questa profonda sforbiciata non ci sono però, almeno apparentemente, problemi di bilancio: i fondi messi a disposizione dallo Stato sono rimasti più o meno invariati. Tutto (o quasi), fino ad ora, è ruotato intorno ai sempre più brillanti risultati dei maturandi.

Maturandi più bravi o commissari più buoni?
I diplomati dell'ultimo triennio pre-riforma sembrano, infatti, particolarmente dotati. Nel 2016 la quota dei ‘centenari con lode' è stata dell'1,1% sul totale dei maturandi, nel 2017 dell'1,2%, nel 2018 dell'1,3%. Quando, statisticamente, dall'introduzione della nuova (ormai vecchia) maturità non avevano mai superato l'1% (il picco ci fu nel 2009 e nel 2015: 0,9%). Commissioni d'esame di manica larga o studenti studiosi? Non è dato saperlo. Sta di fatto che, specialmente in alcune regioni, i numeri lievitano: in Puglia, ad esempio, nel 2018 si è diplomato con lode il 3%, in Umbria il 2,3%, nelle Calabria il 2,2%. Infine ci si è messa pure la nascita dell'Albo Nazionale delle Eccellenze (nel 2011), il programma del Miur che, oltre ai maturandi lodevoli, racchiude tutti i ragazzi che si sono distinti in competizioni e progetti internazionali, a cui vanno i fondi di una torta sempre uguale. Ma da quest'anno, come detto, gli equilibri sono destinati a cambiare di nuovo.

Maturità 2019, i 100 e lode faranno cassa?
La maturità, non è un mistero, si è profondamente rinnovata. E le trasformazioni hanno lasciato non poco scossi gli studenti, già solo per il fatto di dover affrontare per la prima volta un esame riformato nella forma e nei contenuti, senza avere la possibilità di beneficiare del "passaparola" di professori ed ex-studenti (di chi, insomma, ci è già passato). Una prima prova con nuove tipologie di testo da sperimentare, una seconda prova multidisciplinare, un colloquio orale con le famose "buste" a prendere il posto della rassicurante tesina. L'effetto sorpresa potrebbe aver influito sui voti finali? Per saperlo bisognerà attendere i risultati ufficiali.
Quel che è certo è che, con le nuove regole, il credito scolastico (e quindi il percorso dello studente nell'ultimo triennio) acquista un valore notevole, andando a coprire ben il 40% del punteggio complessivo. Vero è che all'esame i maturandi del 2019 hanno evitato la famigerata terza prova ma, per avere il 100 e lode, è necessario non solo essersi dimostrati praticamente impeccabili negli ultimi tre anni di scuola, ma anche nelle nuove prove, dal valore di 20 punti l'una.
Si apre quindi un inedito scenario per i "bravissimi": solo quelli che non si sono fatti spaventare dalle novità riusciranno ad accaparrarsi il jackpot. E se da una parte ci si augura che tutti diano il massimo, dall'altra è più probabile che sarà minore la quota di ragazzi che si spartirà il bonus, con un premio più ricco da mettere in tasca (sempre che il fondo a disposizione rimanga simile a quello degli anni passati). Non resta che attendere con curiosità gli esiti di questi avventurosi esami di maturità new edition: chissà che, alla fine della corsa, per i 100 e lode non ci sia un vero e proprio "tesoro" pronto ad attenderli.