Scuola, autunno caldo

Scuole in rivolta, i presidi stoppano le proteste

Lavoreranno al cimitero gli studenti di Potenza che protestavano per il riscaldamentoAl Leonardo di Milano la Preside ha respinto due "assalti" dei ragazzi cantando "Bella ciao"

28 Nov 2012 - 13:21
 © LaPresse

© LaPresse

Autunno caldo quello della scuola italiana, tra cortei e occupazioni. Alcuni presidi, però, non prendono bene le proteste degli studenti e reagiscono in maniera originale. All'Ipsia di Potenza, per esempio, 74 studenti dovranno lavorare per punizione al cimitero o nel carcere perché rei di aver disertato illegittimamente le lezioni. Protestavano per l'assenza di riscaldamento, che però, era perfettamente funzionante.

E' successo all'istituto Giovanni Giorgi dove lo scorso 31 ottobre 74 studenti sono prima entrati in aula alle 8 e poi pretestuosamente usciti. I riscaldamenti non erano ancora funzionanti, a loro dire. La dirigente scolastica Giovanna Sardone ha giudicato pretestuosa la loro lamentela visto che di norma i caloriferi vengono attivati quando cominciano le lezioni, alle 8.30, quindi pochi minuti dopo l'ingresso dei ragazzi. Così i rivoltosi sono stati puniti. 32 di loro dovranno passare una giornata insieme ai volontari di Legambiente, 22 svolgeranno un periodo formativo in un carcere minorile e 20 eseguiranno lavori di manutenzione nel cimitero cittadino.

Al liceo scientifico Leonardo, a Milano, la protesta invece, non è nemmeno partita. La dirigente scolastica si è barricata nell'edificio e, difesa dai bidelli, ha respinto l'occupazione dei ragazzi cantando "Bella ciao". Già lunedì avevano tentato di entrare nella scuola e già lunedì la preside aveva chiesto l'intervento della Digos. "Li ho chiamati fascisti, sì. E violenti. E squadristi. E figli di papà. Da loro sono stata malmenata, io che sono una donna e pure vecchia", questa la testimonianza della preside Maria Concetta Guerrera.

"Nessuno entrerà qui a fare danni, a devastare laboratori che sono preziosi e che poche scuole pubbliche hanno. I ragazzi non hano motivo di occupare. hanno chiesto l'assemblea, l'ho autorizzata. Hanno chiesto spazi autogestiti, li ho autorizzati. Nessuna delle loro iniziative  è stata engata o compressa. I professori sono tutti disponibili. E la mia porta è sempre aperta". Gli studenti si sono già scusati: negli scontri, oltra la preside è stato malmenato anche un bidello che però non ha sporto denuncia. 

Scuse accettate dalla preside che però, non condivide le proteste contro i tagli alla scuola pubblica: "Sono pretestuose. Novembre è il mese delle occupazioni, succede ogni anno". La cosa preoccupante è la presenza nella tentata occupazione di elementi esterni alla scuola. "Sono eteroguidati, spiega la professoressa Guerrara, c'erano ex studenti e ragazzi dei centri sociali".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri