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Disfunzione erettile per 3 milioni di italiani: una "app dellʼamore" misura il rischio

Sviluppata dalla Società italiana di urologia per prevenire lʼimpotenza. A curarsi è meno di un terzo dei malati e la metà di chi assume farmaci, lo fa una volta sola

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-afp

In Italia tre milioni di uomini soffrono di disfunzione erettile, ma soltanto un terzo di questi decide di curarsi. Per questo la Società italiana di urologia ha sviluppato una "app dell'amore" per l'autovalutazione del rischio di impotenza. Grazie a un test di sei domande sulla qualità dell'attività sessuale delle ultime quattro settimane, il paziente capisce se è il caso o meno di rivolgersi a un medico per un trattamento mirato.

Disfunzione erettile per 3 milioni di italiani: una "app dellʼamore" misura il rischio

L'applicazione Disfunzione erettile - Autovalutati è stata presentata a Riccione all'88esimo congresso nazionale della Siu ed è scaricabile cliccando su un link dal sito ufficiale.

Come funziona - "Abbiamo pensato di dare agli uomini uno strumento di facile accesso, da tenere letteralmente in tasca nel proprio smartphone per conoscere meglio questa patologia estremamente diffusa di cui gli uomini ancora si vergognano di parlare", ha spiegato Vincenzo Mirone, segretario nazionale Siu. Al termine del test il paziente ottiene un punteggio da 1 a 30 e un semaforo (verde, giallo o rosso), i quali oltre alla valutazione forniscono anche gli indirizzi e i recapiti telefonici dei 300 centri urologici pubblici a cui rivolgersi per terapie mirate.

Non è una diagnosi - "La nostra intenzione non è spingere all'autodiagnosi né bypassare il medico - ha detto Mirone - ma aumentare la conoscenza e la consapevolezza di un problema che può essere molto insidioso e contro il quale oggi è disponibile una nuova arma terapeutica". Un problema poco conosciuto e soprattutto evitato che "oltre ai problemi che provoca nella vita affettiva, è spesso un segnale di allarme per altre gravi malattie organiche che non si sono ancora manifestate come ipertensione, infarto e ictus".