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Covid, uno studio: nella pandemia vaccinati discriminavano i No-Vax

Dalla ricerca sulla rivista "Nature", che ha coinvolto 15mila persone di 21 Paesi, è emerso che le persone vaccinate contro il Covid-19 avevano atteggiamenti negativi verso i non vaccinati, non il contrario

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La pandemia di Covid ha generato nuove forme di discriminazione e divisione sociale a scapito di coloro che si sono detti incerti o contrari al vaccino e alle imposizioni delle autorità pubblica in merito, Lo rivelo lo studio pubblicato sulla rivista Nature, dal quale è emerso che le persone vaccinate contro il Covid-19 sfoggiano atteggiamenti negativi verso i No-Vax, mentre non avviene il contrario.

La valutazione, svolta da Michael Petersen dell'Università di Aarhus, in Danimarca, ha coinvolto oltre 15.000 persone di 21 Paesi.

 

Durante il Covid discriminazioni contro i No-Vax: la denuncia in uno studio - I risultati dello studio del professor Petersen dimostrano come gli individui che rispettano le indicazioni delle autorità sanitarie reagiscano con atteggiamenti discriminatori nei confronti di una fascia di popolazione contraria al vaccino, che viene quindi percepita dai vaccinati come una minaccia per la salute pubblica.

 

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La diffusione dei vaccini contro il virus SarsCoV2 ha creato divisioni tra gli individui che hanno visto di buon grado il vaccino e quelli che sono rimasti esitanti e non si sono vaccinati. Lo studio rileva inoltre che coloro che rifiutano i vaccini si sono sentiti discriminati (ad esempio, a causa di politiche governative rigide nei confronti dei non vaccinati); vi sono state anche proteste contro l'obbligo vaccinale.

 

 

Per comprendere il fenomeno, Petersen e colleghi hanno valutato gli atteggiamenti di 15.233 persone (campionate in modo da essere rappresentative del loro Paese) che coprono culture diverse in tutto il mondo. Gli autori includono dati rappresentativi dei Paesi a basso e medio reddito, oltre a quelli dei Paesi ad alto reddito.

 

 

È emerso che le persone vaccinate esprimono atteggiamenti discriminatori nei confronti degli individui non vaccinati a livelli pari o superiori agli atteggiamenti discriminatori rivolti ad altri bersagli comuni, come le popolazioni immigrate o le persone che lottano contro la tossicodipendenza. Nel complesso, questo pregiudizio tende a essere unilaterale.

 

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Secondo gli autori della ricerca, questo comportamento può ostacolare la gestione della pandemia e lasciare la società più divisa di quanto non fosse prima della pandemia.

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