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A Bologna il primo trapianto di cornea artificiale: 76enne recupera la vista

La donna soffriva di una patologia chiamata scompenso endoteliale. Ad eseguire l'operazione con la protesi endoteliale in materiale polimerico il direttore dell'Oftalmologia del Sant'Orsola Luigi Fontana

A Bologna il primo trapianto di cornea artificiale: 76enne recupera la vista - foto 1
Ansa

A Bologna eseguito il primo trapianto di cornea artificiale (centesimo caso al mondo) grazie al quale una donna di 76 anni ha recuperato la vista (da zero decimi a sei decimi).

Ad operare la paziente il direttore dell'Oftalmologia dell'Irccs Policlinico Sant'Orsola, Luigi Fontana, che ad agosto ha eseguito sulla 76enne, in mezz'ora, un trapianto, con protesi endoteliale in materiale polimerico, simile alla plastica. Non un trapianto di cornea da donatore, quindi, ma l'utilizzo di una sorta di piccola lente a contatto fatta aderire alla parete interna della cornea.

L'operazione a Bologna - La donna, che soffre di uno scompenso endoteliale, negli ultimi anni era stata già sottoposta a due trapianti con cellule da donatore, falliti entrambi. "L'endotelio corneale è una membrana che svolge un compito fondamentale per il mantenimento della trasparenza della cornea e quindi per vedere correttamente - spiega Fontana - per questo nei pazienti affetti da deficit del suo funzionamento, il trapianto da donatore fino a oggi era l'unico intervento in grado di ristabilire la funzione visiva. Con un intervento che sfrutta una protesi in materiale polimerico il valore aggiunto sta nella minore percentuale di rigetto e nella poca invasività".

 

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I trapianti di cornea da donatore - Il trapianto di cornea, infatti, è ancora l'intervento più diffuso, in Italia ne vengono eseguiti oltre cinquemila all'anno. Le tecniche si sono evolute nel tempo: dall'impianto di una cornea intera da donatore alla più recente tecnica lamellare con la sostituzione solo degli strati malati di cornea.

 

Perché usare la cornea artificiale - Tuttavia, ci sono condizioni in cui il trapianto da donatore è impossibile o ha breve durata, per rigetto o presenza di altre patologie oculari. I risultati del primo intervento al Sant'Orsola e dei successivi confermano le potenzialità dell'utilizzo di un materiale artificiale per trattare alcune forme di opacizzazione della cornea. "Siamo di fronte a un risultato di straordinaria importanza - commenta Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute - non solo per la sanità dell'Emilia-Romagna, ma per l'intera comunità scientifica".

 

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