AVANGUARDIA MEDICA

Usa, i primi trapianti senza trasfusione

Attraverso tecniche specifiche e innovative, permetterà ai Testimoni di Geova di operarsi

26 Feb 2013 - 12:27
 ©  Afp

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La nuova sfida medica portata avanti dai chirurghi statunitensi è effettuare trapianti d'organo senza trasfusioni. Una nuova tecnica che potrebbe essere usata sia per pazienti che le rifiutano per motivi religiosi come i Testimoni di Geova, sia per rendere gli interventi più sicuri per tutti i pazienti. L'ultimo caso è quello di una donna di 69 anni, Rebecca Tomczak, testimone di Geova, cui è stato trapiantato un polmone senza trasfusioni presso l'Ospedale Metodista di Houston.

Non è il primo caso - A eseguire l'intervento è stato il chirurgo Scott Scheinin, convinto che le trasfusioni spesso pongono dei rischi non necessari e che dovrebbero essere evitate quando possibile, anche in casi complicati. Scheinin ha iniziato a provare dal 2009 questi interventi su 10 pazienti, con buoni risultati, e vorrebbe operare senza trasfusioni, o limitandole, tutti i pazienti, indipendentemente dalla religione.

I benefici - I dati indicano che una ogni 400 unità trasfuse è legata a eventi avversi, come reazioni allergiche, sepsi o sovraccarico circolatorio, senza contare i costi a livello economico. Un trapianto senza trasfusioni costa il 30 per cento in meno.

Aperture dai Testimoni di Geova - Per le trasfusioni di sangue, la Chiesa dei Testimoni di Geova ha dichiarato nel 2000 che sta ai suoi membri decidere se accettare frazioni di sangue, come i fattori di coagulazione estratti dal plasma, le proteine sintetiche che stimolano la produzione di globuli rossi o usare tecniche meccaniche per conservare e salvare il sangue.

La procedura - In questo caso, la donna ha consentito a queste tecniche, e prima dell'intervento, i medici hanno le hanno iniettato dosi di ferro in endovena e un farmaco che stimola la produzione di globuli rossi. Inoltre hanno impiegato delle procedure chirurgiche per raccogliere e far ri-affluire il sangue nella paziente dalla vena giugulare.

Il recupero non è stato senza problemi ma alla fine gli esami hanno rilevato che il polmone funzionava in modo corretto senza rischi di rigetto.

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