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Aids, diminuiscono i contagi

Si registra un calo del 20 per cento grazie alla prevenzione ma non bisogna abbassare la guardia

Dal Web

Rallenta l'avanzata dell'Aids. La sindrome da immunodeficienza acquisita ha contagiato lo scorso anno due milioni e mezzo di persone, il tasso di nuove infezioni è stato ridotto del 20 per cento. Anche i decessi sono in calo: 1,7 milioni lo scorso anno rispetto a 1,8 milioni del 2010 e al picco dei 2,3 milioni del 2005. Questi alcuni dei risultati della lotta internazionale al virus dell'Aids annunciati a Ginevra dal direttore esecutivo dell'Unaids (Programma comune delle Nazioni Unite sull'Hiv/Aids), Michel Sidibè.

Maggiore diffusione nell'Africa Subsahariana
Sul pianeta, comunque, ancora 34 milioni di persone convivono con il virus dell'Hiv. La concentrazione della malattia è maggiore nell'Africa Subsahariana, dove un adulto su venti è sieropositivo. Il dato è 25 volte più alto dell'Asia, che però conta cinque milioni di contagiati.

Sconfiggere la malattia non è più "visionario"
L'agenzia delle Nazioni Unite, oltre a disegnare la mappa del virus, lascia spazio all'ottimismo nel report: scrivere la parola fine sull'epidemia di Aids nel mondo non è più "visionario", ma "fattibile". A patto di andare avanti sulla strada intrapresa nell'ultimo decennio, continuando con il calo dei decessi e la stabilizzazione delle persone sieropositive. Dal '95, sottolinea l'Unaids, le terapie antiretrovirali hanno assicurato 14 milioni di anni di vita nei Paesi poveri, di cui 9 milioni nell'Africa Subsahariana. Circa 8 milioni di pazienti sono stati trattati con i farmaci nel 2011, 20 volte di più rispetto al 2003. L'obiettivo dell'organizzazione è raggiungere i 15 milioni entro il 2015.

Cosa rimane da fare
Restano gravi zone d'ombra. Si stima che 6,8 milioni di persone che avrebbero diritto ad una terapia non vi hanno accesso e che circa la metà dei 34 milioni di sieropositivi non conoscono il loro stato. Inoltre, in Europa orientale, Asia centrale, Medio oriente e Africa del Nord i dati relativi alla prevalenza dell'Hiv, alle nuove infezioni e ai decessi sono in aumento.

Le campagne shock
La chiave per debellare la malattia è, comunque, la prevenzione. Tante le campagne diffuse contro la diffusione del virus spesso criticate per i contenuti ad alto impatto emotivo. Circa vent'anni fa sugli schermi delle tv italiane compariva la Pubblicità progresso che raffigurava la malattia come un alone violaceo. In giro per il mondo tante le locandine che puntano l'accento sull'importanza dell'uso del profilattico. Guarda le foto.