Dimenticanze chimiche

Memoria Ko? Forse colpa del farmaco

Antidepressivi, antistaminici e sonniferi sul banco degli imputati. Le defaillances mnemoniche colpiscono soprattutto gli over 65

06 Nov 2012 - 16:44
 ©  Afp

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Scordi la consegna e il capo ti fa una lavata di testa. Dimentichi l'anniversario e tua moglie mette il broncio. Non ricordi mai dove hai posteggiato la macchina. Forse dietro gli scherzetti della memoria può esserci qualche farmaco che tieni nell'armadietto di casa. Comuni medicinali per curare l'insonnia, l'ansia, il prurito o le allergie possono, infatti, avere un impatto negativo sulle capacità mnemoniche o sulla concentrazione, specie negli anziani. A lanciare l'allarme è Cara Tannenbaum, geriatra dell'Institut universitaire de gériatrie de Montréal (Iugm) e associato di Medicina e Farmacia presso l'Università di Montreal, in occasione della National Senior Safety Week.

La ricerca Fino al 90 per cento degli over 65 prende almeno un farmaco su ricetta. E il 18 per cento si lamenta di problemi di memoria e lievi deficit cognitivi. Ebbene, la colpa potrebbe non essere sempre della demenza: secondo la ricerca canadese - condotta in collaborazione con ricercatori dell'Università di Sydney, di Calgary e dell'Iowa - può esserci un legame tra questi fenomeni e i medicinali.
Tannenbaum recentemente ha guidato un team di ricercatori internazionali per capire quali farmaci hanno più probabilità di incidere sulla memoria o su attenzione, concentrazione, e performance cerebrale.
Dopo aver analizzato i risultati di 162 sperimentazioni su farmaci con il potenziale di legarsi ad alcuni recettori chiave per memoria e funzioni cognitive, il team di Tannenbaum ha concluso che l'uso episodico di diversi farmaci può causare questo tipo di deficit.

Meno farmaci per gli over 65 In particolare, i 68 trial sulle benzodiazepine (usate per trattare l'ansia e insonnia) hanno mostrato che questi medicinali possono portare a disturbi della memoria e della concentrazione, con una chiara relazione dose-risposta.
I 12 trial sugli antistaminici e i 15 sugli antidepressivi triciclici hanno mostrato, inoltre, la possibilità di deficit di attenzione e di elaborazione delle informazioni.
Insomma, i risultati di Tannenbaum supportano la raccomandazione emessa nella primavera scorsa dall'American Geriatrics Society che invita a evitare la prescrizione di sonniferi, antistaminici di prima generazione e antidepressivi triciclici negli anziani.

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