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Un reggiseno per scovare il cancro?

Dubbi medici sullʼindumento che potrebbe trovare cellule anomale in maniera non invasiva

Può un reggiseno individuare il cancro? Questa è la promessa del nuovo reggiseno First warning systems, equipaggiato con una serie di sensori inseriti nella coppa in grado di rilevare i cambiamenti di temperatura che, secondo l'azienda, produrrebbe un'impronta termica in grado di allertare i medici sulla presenza di cellule maligne.  
Secondo il sito dell'azienda produttrice, i dati generati dal reggiseno sportivo potrebbero predire la presenza del cancro al seno con il 90 per cento di precisione. Le donne lo indossano per dodici ore per giungere a una lettura della temperatura abbastanza stabile e le misurazioni sono elaborate nell'algoritmo dell'azienda che emette il responso.
Per gli esperti ipoteticamente è concepibile che i processi maligni abbiano temperatura diversa rispetto ai tessuti non maligni. Ma la differenza potrebbe non essere così ampia.

Non c'è una perfetta corrispondenza

L'idea di utilizzare la termografia per andare a caccia di cellula dalla crescita anomala è già stata utilizzata con un dispositivo che legge la temperatura del tessuto del seno. I tumori mettono in atto un lavoro metabolico che genera calore e questo causa il cambiamento di temperatura. Ma quando questi profili vengono comparati alle mammografie, alle risonanze magnetiche e ai test a ultrasuoni non sempre le rilevazioni corrispondono.

Non riconosciuta in Italia La tecnica della termografia non è riconosciuta dal Ministero della Salute italiano. A tale riguardo la Commissione unica sui dispositivi medici (Cud) ha elaborato un documento sulla Teletermografia, pubblicato nel 2005.
Nel report del Ministero si legge: "Nella letteratura pubblicata non è stata rilevata alcuna evidenza in grado di comprovarne l'efficacia diagnostica nelle diverse patologie indagate. Non esistono studi clinici randomizzati e controllati che ne dimostrino l'efficacia e che consentano un confronto con le altre metodiche diagnostiche correntemente in uso nella pratica ospedaliera. Anche le linee guida più recenti delle Associazioni mediche americane, delle Società scientifiche italiane ed europee non raccomandano e non supportano l'utilizzo della termografia nella diagnostica clinica".
In seguito, nel maggio del 2006, il documento è stato aggiornato e si parla delle tecniche di termografia a infrarossi come di un possibile strumento diagnostico complementare ma non sostitutivo e non si supporta, tuttavia, il suo impiego.