La cantante spiega a TgCom24 come è passata dal pop al mondo del jazz
di Giancarlo Bastianelli© ufficio-stampa
Selene Lungarella, in arte Selene Luna, è approdata al Jazz dopo un percorso di ricerca e di studio che l'ha portata ad esibirsi in diversi contesti, sempre con un positivo riscontro da parte del pubblico. Una voce che riesce a impressionare l'ascoltatore con un virtuosismo mai fine a se stesso. Selene, Gradita ospite questa settimana a "Jazz Meeting", ci parla così del suo passaggio dal pop, genere che l'ha lanciata sui palcoscenici di tutta italia, al jazz.
"La "molla" che mi ha spinto è la voglia di mettermi in gioco, spiega Selene, voler provare e far provare al pubblico nuove sensazioni. Volevo tuffarmi in un'esperienza che mi consentisse di ampliare i miei orizzonti. Il jazz mi ha permesso inoltre di entrare in contatto con musicisti estremamente preparati dal punto di vista professionale, ma anche di grande sensibilità musicale ed umana".
La tua attività dal vivo in questi anni è stata particolarmente prolifica.
Si il contatto con il pubblico per me è fondamentale, in questi anni ha rappresentato un'emozione ogni volta esibirmi dal vivo, in particolare ultimamente con la chitarrista Dania Tanasenko, con la quale collaboro da tempo con grande soddisfazione. Saremo il 13 settembre a Milano per un appuntamento live organizzato dalla "Tavola Italiana", poi a Cortona in Toscana, con il progetto intitolato "Vedere Jazz", per sottolineare che il jazz come tutti i generi musicali non è solo ascolto, ma anche immagine, la combinazione tra ciò che si ascolta e ciò che si vede è quello che dà emozione.
Mi sembra di capire che ami talmente la realtà del concerto, che non hai fretta di realizzare qualcosa dal punto di vista discografico. E' così?
Si è vero, anche perché credo che tutto debba accadere nel momento opportuno, farò un disco solo quando mi sentirò pronta a realizzarlo. Nel frattempo mi auguro di accrescere la mia attività dal vivo, la dimensione che al momento è più stimolante.