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Il Jobs Act piace ma non è chiaro

La Riforma del Lavoro del Governo Renzi è vista in modo positivo per la crescita dell'occupazione e della buona flessibilità

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agenzia

Da un sondaggio lanciato il 20 febbraio dal sito di “LinC”, il magazine di cultura del lavoro di ManpowerGroup, emerge che la Riforma del Lavoro del Governo Renzi è vista in modo positivo per la crescita dell'occupazione e della buona flessibilità.

Hanno risposto alla survey 644 persone, di cui:
- 53,5% uomini e 46,5% donne;
- il 39,2% ha oltre 45 anni mentre solo il 5,6% ha tra i 18 e i 26 anni;
- l'81% dei rispondenti proviene dal Nord Italia, il 12% dal centro e il 7% dal Sud.

La quasi totalità dei rispondenti sa cos'è il Jobs Act (89%) ma non conosce fino in fondo la riforma.

Il 92% vorrebbe, infatti, capirne meglio.

Secondo la maggior parte dei rispondenti l'approvazione della riforma sul lavoro è inoltre un'ottima notizia perché favorirà le aziende (45%) e sarà un'opportunità importante di crescita per l'intero Paese (40%).

Solo il 14% tra gli intervistati crede che il Jobs Act aiuterà i lavoratori.

Se scendiamo nel dettaglio, il 76% dei rispondenti ha un'accezione positiva.

Per il 54% degli intervistati, infatti, il Jobs Act renderà più flessibile il mercato del lavoro, il 22% pensa invece che con il Jobs Act sarà più semplice l'inserimento dei giovani mentre solo il 22% da un'eccezione negativa alla riforma e crede che favorirà i licenziamenti.

Piacciono in particolare le due maggiori novità del Jobs Act: la semplificazione e le tutele crescenti. Rispettivamente il 44% e il 31% crede, infatti, che siano gli aspetti migliori della riforma. Tuttavia le polemiche sull'articolo 18 - che disciplina il reintegro dei lavoratori licenziati senza giusta causa - sono ancora una costante del dibattito e la questione non è marginale per il 45% degli intervistati che crede che il Jobs Act offrirà meno garanzie al lavoro.

Analizzando le forme contrattuali, il “Contratto a progetto” risulta quello più penalizzato, mentre il minor impatto negativo lo subirà il contratto in somministrazione(8,5%)*.

A livello generale, il sentiment sulla nuova riforma è positivo. Più della metà (52%) crede, infatti, che avrà un effetto significativo sull'occupazione italiana.

*Risposte in linea con i dati diffusi recentemente da Assolavoro secondo cui nel 2014 l'occupazione in somministrazione ha inciso per l'1,4% su quella totale (dato in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).