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L’avventura dei sessualmente astenuti

Il Telebestiario di Francesco Specchia

05 Mar 2013 - 15:33
 © Ufficio stampa

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C’è qualcosa di delicatamente inquietante nella storia di Ryan e Shanna, divorati, quasi consunti, dal reciproco desiderio sessuale; eppur così tenacemente vergini nel senso del talamo. Ryan, 31 anni, ha la presenza macilenta del travet e il volto topesco di un cartoon della Disney; Shanna, 27, è la classica bionda americana che ride sempre anche se non capisce.

Vanno sull’altalena insieme, passeggiano nei boschi, si stringono sulle panchine, si tasteggiano l’uno l’altro come meloni maturi. Ma baci, mai e figurarsi il resto. Non importa, come si osserva in Virgin Diares (Real Time canale 31 digitale, sabato 23.05 e sul sito originale) che, poi, una volta uniti in matrimonio, il loro primo bacio da marito e moglie ricordi un rito cannibalico o un fotogramma di una commedia sexy all’italiana.

L’accanimento, una roba tra il religioso e il folle, di Ryan e Shanna contro la propria sessualità, non è naturalmente l’unica storia. Scorrono in Virgin Diaries, nelle incredibili vicende dei "sessualmente astenuti", anche quella di Carey, "vergine del Maryland, ma non esattamente per scelta". Il quale - ancora più triste - a 35 anni è una betoniera impazzita d’ormoni: "Voglio fare sesso adesso!", ma il suo rullio rimarrà inascoltato. E ci sono tre amiche conviventi della British Columbia, Lisa, Tamara e Danielle che, visto il loro approccio un tantino diretto con l’altro sesso al primo appuntamento ("Ciao, ma tu ci tieni a sposarti e ad avere dei figli?") continueranno ad astenersi dal coito. E poi ci apparirà una lesbica che aspetta la principessa azzurra e una 41enne che, in tutti questi anni, s’è semplicemente "dimenticata di fare sesso", come se lo dovesse segnare sull’Iphone.

Ora, il girato è buono. Ma, se all’apparenza, i suddetti protagonisti rivelano una smagatezza da rispettare nell’essere così fuori dal tempo, un’ingenuità da guardare con indulgenza. In realtà, a ben analizzarli, la loro verginità ostentata arriva a risultare quasi fastidiosa. É come, insomma, vedere Porky’s e la serie di film liceali sul virilismo, ma al contrario. L’argomento è talmente di nicchia da causare un involontario "effetto freak" che però ti avvolge. Ma questo è l’effetto generale del factual di Real Time: la grande capacità - dai farcitori di torte alle scuole di shopping- di sceneggiare l’insceneggiabile. Non mi attrae, ma è sicuramente un fenomeno.

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