POPULAR

Alan Clark, tastierista dei Dire Straits, presenta il suo primo album in piano "solo"

ll poliedrico artista ospite a "Popular"

di Giancarlo Bastianelli
09 Mar 2022 - 14:37
 © Ufficio stampa

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“Popular” ha il privilegio di ospitare una figura poliedrica del panorama musicale mondiale come Alan Clark, leggendario tastierista dei Dire Straits di Mark Knopfler. Per Ponderosa Records il musicista ha dato alle stampe “Backstory” che oltre ad essere il suo primo disco di piano solo, ripropone in una veste inedita brani di: Bob Dylan, Jimmy Neil e, naturalmente, Mark Knopfler.  A chiudere il disco un suo brano intitolato “The North”.  

Arrivato nella band per il tour di "Making Movies", vi rimase fino allo scioglimento del gruppo, a metà anni ’90.  Produttore, autore e musicista Alan Clark ha legato la sua carriera ad un range di star che va da Bob Dylan a Tina Turner, produzioni molto diverse tra loro, che hanno la qualità musicale, come comune denominatore.  

Per Dylan incise l’album “Infidels” e successivamente “Empire Burlesque”.

Alan fu anche direttore musicale  di Tina Turner ed arrangiatore dell'album "Private Dancer", che rilancio' la carriera della leggendaria cantante americana. 

Nel 2018 con i Dire Straits è stato inserito nella Rock and Roll Hall Of Fame.  
 

Di "Backstory" abbiamo parlato con Alan Clark. 

Il tuo album può essere considerato una sorta di ritorno alle origini?
Non completamente perché questo è il mio primo album realizzato in piano "solo". 

Nel 2019 quando fui invitato al Milano Festival all'inizio ero riluttante, ma poi ho apprezzato l'idea di partecipare al festival. 

Lo stesso è accaduto nel realizzare il disco, del quale sono molto soddisfatto. 

Musicista, produttore o autore; quale di queste dimensioni aderisce maggiormente alla tua personalità? 

Apprezzo la musica in tutti i suoi aspetti, non c'è una dimensione particolare; amo tutto. 

Vedendo il mio lavoro dalla prospettiva del musicista, penso che risposta potrebbe essere proprio: musicista.

Le tue tastiere hanno rappresentato un ulteriore arricchimento per il suono dei Dire Straits.  

Cosa ha significato per te suonare con loro? 

Fui il loro primo tastierista, mi sentivo come un pittore che ha  davanti a sé una tela bianca. 

Mi unii a loro durante le prove del tour di “Making Movies” e rimasi colpito dalle versioni live dei brani della band. 

Sia io che Mark, eravamo convinti del fatto che le prove fossero la parte più positiva del far parte di una band. 

Hai lavorato con molti grandi musicisti, c'è qualcuno in particolare che hai apprezzato per le sue capacità umane oltre che artistiche? 

Gerry Rafferty era un uomo adorabile e sono stato onorato di "suonare con lui" nel suo album postumo "Rest In Blue",  pubblicato per commemorare i 10 anni dalla sua morte, composto da brani che Gerry stava creando, poco prima di lasciarci.  

Ho trovato simpatico anche Bob Dylan: ha un sorriso caloroso ed è un discreto giocatore di biliardo (l'ho lasciato vincere). 

Suonerai in concerto i brani del tuo disco? 

Probabilmente si, anche se non interamente, dal momento che sto lavorando al mio prossimo disco che conterrà più brani scritti da me. 

Nel nuovo album ci sarà comunque “Telegraph Road” che spero di poter suonare dal vivo.  
 

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