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Unioni civili, governo pone la fiducia alla Camera: proteste in Aula

Il voto è stato fissato alle 14.30. La replica dei vescovi: "Il voto di fiducia rappresenta una sconfitta per tutti"

Alle 14.30 è fissato il voto di fiducia alla Camera sul voto del disegno di legge unioni civili, come ha comunicato martedì dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi.

L'annuncio ha suscitato numerose proteste a Montecitorio. In particolare, hanno espresso il loro dissenso i deputati della Lega Nord e dei Conservatori e riformisti, che hanno battuto i pugni sugli scranni urlando all'esecutivo: "Chi vi credete di essere?".

"La presidenza deve tutelare le opposizioni - ha detto Maurizio Bianconi, dei Conservatori -. Questo provvedimento è di iniziativa parlamentare, riguarda i diritti civili e mettono lo stesso la fiducia". "Questo governo intende il Parlamento come uno zerbino", ha protestato Alfonso Bonafede di M5s. "Quello che è successo - ha sottolineato Antonio Palmieri - è una cosa che va oltre tutto quello che abbiamo visto nella storia della Repubblica. Eravamo solo in quattro iscritti, per soli quaranta minuti. Ricordo che Renzi aveva lasciato ai suoi liberta' di coscienza. Con la fiducia la libertà se le è presa, spero che al momento del voto ciascuno difenda la coscienza".

La replica dei vescovi - Non si è fatto attendere il commento dei vescovi della Conferenza Episcopale italiana, la Cei, che attraverso il segretario generale, monsignor Nunzio Galantino ha sottolineato come il metodo della fiducia non sia rispettoso di tutte le parti politiche e civili: "Penso che stia emergendo un po' da tutte le parti - ha sottolineato l'alto prelato - una richiesta di maggior partecipazione, di maggior attenzione, di maggiore rispetto per tutti coloro che sono stati eletti". "Il governo ha le sue logiche, le sue esigenze, probabilmente avrà anche le sue ragioni,  - ha proseguito - ma il voto di fiducia, non solo per questo governo ma anche per quelli passati, spesso rappresenta una sconfitta per tutti".