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Giorgia Meloni chiude il "caso" Fazzolari: "Tiro a segno nelle scuole? Mai pensato lontanamente"

Un articolo pubblicato su "La Stampa" scatena la polemica sul sottosegretario di FdI. Ma lo stesso Fazzolari smentisce e annuncia querela

Giorgia Meloni chiude il "caso" Fazzolari: "Tiro a segno nelle scuole? Mai pensato lontanamente" - foto 1
Afp

Il tiro a segno nelle scuole? "Mai pensato lontanamente".

Così il presidente del consiglio Giorgia Meloni chiude il caso Fazzolari. In un articolo pubblicato sul quotidiano viene riferita, con alcuni virgolettati, il senso di una conversazione avvenuta tra il sottosegretario Fazzolari e il generale Franco Federici, consigliere militare della presidente del Consiglio. In questa conversazione Fazzolari avrebbe parlato di "un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole" con la possibilità di coinvolgere una rete di associazioni. Lo stesso Fazzolari è duramente intervenuto per smentire e soprattutto annunciare una querela nei confronti del quotidiano.

 

 

Giorgia Meloni: "Il caso non esiste"

 "Il caso Fazzolari? Io ritengo che questa cosa non sia mai esistita. Fazzolari dice che questa cosa non l'ha mai detta, e quindi si dà una notizia su una cosa che quando viene smentita da tutti gli interessati forse bisognerebbe prenderne atto. Invece qui si continua a parlare di cose che potrebbero non essere mai esistite, oppure si deve dare l'evidenza che siano esistite. Per me quindi il caso non esiste. Poi per carità ognuno cerca di fare al meglio il suo lavoro, ma nessuno ha mai pensato neanche lontanamente una cosa come quella che e' stata attribuita al sottosegretario Fazzolari. Quindi a me non pare una notizia da continuare a commentare". Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un punto stampa organizzato al termine della riunione in Prefettura a Milano con i vertici delle forze dell'ordine, in merito all'articolo pubblicato dal quotidiano "La Stampa" sulla proposta di insegnare l'uso delle armi a scuola che sarebbe stata avanzata da Fazzolari.

 

Cosa ha scritto La Stampa

 Nel numero in edicola de La Stampa viene invece riportato un presunto episodio andato in scena lunedì a Palazzo Chigi. Subito dopo l'incontro tra il premier e il primo ministro etiope, il sottosegretario ha parlato con il generale Franco Federici, consigliere militare di palazzo Chigi: "Dobbiamo fare un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole - scrive il quotidiano - c'è tutta una rete di associazioni che si possono coinvolgere e mettere in contatto con il mondo delle scuole. Ci sono ragazzi molto appassionati e bravi che lo fanno nel tempo libero. Manca una struttura e un riconoscimento ufficiale. È un’attività che io penso meriti la stessa dignità degli altri sport".

 

Fazzolari e le armi

 Fazzolari nella scorsa legislatura, quando era un semplice senatore, ha presentato una riforma per "l'abolizione del divieto di commercializzare armi corte in 9x19". Online si trova un video in cui il sottosegretario alla presidenza del Conisglio spiega le ragioni della sua proposta: "Il divieto era un'assurdità. In Italia abbiamo eccellenze, atleti e aziende di riferimento per il tiro sportivo di primissimo piano. E nonostante tutto ciò, l'Italia non poteva ospitare gare internazionali, perché il calibro più diffuso al mondo, il 9x19 o Parabellum, non si poteva utilizzare". Ecco perché l'articolo de La Stampa ha scatenato una serie di polemiche in relazione alla presunta proposta.

 

Fazzolari: "Fake news, querelo"

 I contenuti del pezzo vengono smentiti da Fazzolari che in una nota definisce "ridicolo e infondato" l'articolo. E poi, l'esponente di Fratelli d'Italia, molto vicino a Giorgia Meloni, spiega: "La chiacchierata tra me e il generale Federici che il giornalista di La Stampa crede di aver carpito come uno scoop verteva su tutt`altro. La necessità di fornire maggiori risorse per l`addestramento di Forze armate e Forze di polizia e oltre a ciò l'ipotesi di prevedere un canale privilegiato di assunzione in questi corpi dello Stato per gli atleti di discipline sportive reputate attinenti, anche se non olimpiche, quali paracadutismo, alpinismo e discipline di tiro. Due misure alle quali lavoreremo al più presto". Fonti vicine al sottosegretario fanno sapere che saranno prese vie legali nei confronti della "Stampa" per l'articolo uscito oggi. 

 

L'opposizione all'attacco

 Intanto durante tutta la giornata è stato un susseguirsi di reazioni politiche con l'opposizione che ha attaccato. "Avete scambiato il governo del Paese per un'assemblea del Fuan? Volete trasformare l'Italia nell`incubo trumpiano di disuguaglianze e notizie false contro gli oppositori. Ora anche armi", scrive su Twitter il vicesegretario del Pd Peppe Provenzano. La capogruppo dei senatori Cinquestelle Barbara Floridia osserva: "Ci mancavano solo le armi a scuola. Le parole del numero due di Giorgia Meloni Fazzolari, paladino dei portatori di armi, sono gravissime e vanno chiarite". Parole di condanna anche da Alleanza Verdi Sinistra con Nicola Fratoianni che definisce l'idea "singolare e allucinante", ricordando "prima l'umiliazione formativa di Valditara, poi l'alternanza scuola-lavoro alle basi militari, ora questo. Il tutto mentre la spesa militare torna a crescere senza freni". Il verde Angelo Bonelli si dice "indignato per le dichiarazioni del sottosegretario Fazzolari riguardo all'idea di imparare a sparare nelle scuole. In un momento in cui l'uso di armi da fuoco scuote profondamente le nostre societa' per le frequenti tragedie che causano, è inaccettabile proporre di insegnarne l'uso ai giovani: a scuola si studia e non spara". Per il Terzo polo interviene la capogruppo a Palazzo Madama di Azione-Italia Viva Raffaella Paita augurandosi che "la smentita di Fazzolari corrisponda al vero perché saremmo di fronte all'assurdo: tagliare la 18app da un lato e promuovere il tiro a segno nelle scuole dall`altro. Meno libri, più armi". 

 

Il direttore Giannini conferma l'articolo

 Intanto dal sito internet del quotidiano torinese il direttore Massimo Giannini difende quanto pubblicato: "L'articolo del nostro Ilario Lombardo, che confermiamo parola per parola, è inattaccabile e di fonte sicura al cento per cento", sottolinea.

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