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Stati Popolari, a Roma i lavoratori in piazza: "In campagna non manca il cibo ma i diritti dei braccianti"

A San Giovanni la manifestazione promossa da Aboubakar Soumahoro: "Siamo lʼalternativa agli Stati Generali di Conte"

 Stati Generali, Roma

Braccianti, riders e precari hanno deciso di unire le forze per attirare l'attenzione del governo. "Siamo diventati visibili" hanno detto i manifestanti che hanno dato vita a gli Stati Popolari, la manifestazione a Roma in difesa dei diritti dei lavoratori. Un'iniziativa, quella di domenica, già preannunciata dal sindacalista Aboubakar Soumahoro che lo scorso 16 giugno, aveva iniziato lo sciopero della fame per chiedere la riforma delle condizioni dei lavoratori e un cambio delle politiche migratorie.   

"Gli Stati Popolari sono la nostra agorà, dove realtà diverse portano i loro dolori e le loro proposte. Una piazza umana per rendere visibili tutti gli invisibili e per dare voce a tutti gli inascoltati, unico nostro simbolo. Gli Stati Popolari sono la comunione dei nostri bisogni e delle nostre lotte". Queste le intenzioni dei lavoratori senza diritti in piazza a Roma. 

"Sono qui per rappresentare i braccianti d'Italia. Siamo noi a portare il cibo sulle tavole dei politici. Nelle campagne non manca il cibo ma i diritti dei braccianti", spiega un manifestante. Un altro ragazzo, salendo sul palco, ha detto: "Noi non siamo corpi da sfruttare".

 

Gli Stati Popolari nascono come alternativa agli Stati Generali del 16 giugno, voluti da Giuseppe Conte per affrontare la crisi economica generata dall'emergenza coronavirus. "I protagonisti degli Stati Popolari - dice Aboubakar Soumahoro - sono i precari, i senzacasa, i lavoratori a cottimo, i giovani, le persone che vivono forme di razzializzazione in Italia. Tutto quel mondo che fino ad adesso è stato ignorato".

 Stati Generali, Roma

 

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