Il premier spiega di essere "per eleggere il presidente della Repubblica con tutti quelli che ci stanno". Ma se berlusconi "dice no al nostro candidato, ce lo eleggiamo da soli"
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Sull'elezione del prossimo presidente della Repubblica, il premier Matteo Renzi mette le mani avanti. "Vorrei essere chiaro: nessuno mette veti. Non Fi, non Salvini e nemmeno il Pd. Basta con questi veti. Un atteggiamento 'o così o pomì' non ha senso". E avverte anche il leader di Forza Italia: se Berlusconi "dice no al nostro candidato per il Quirinale, ce lo eleggiamo da soli".
Per quanto riguarda il nome del candidato, però, a "Re invasioni barbariche" su La7 il premier spiega che "ce ne sono tanti, di nomi ce ne abbiamo tanti in mente". Ma l'importante è che abbia capacità precise: "Io ho in mente un arbitro". E soprattutto non si deve fare "nessuna competizione ideologica su un nome preferito: non è che si sceglie con chi si va a cena". Renzi sottolinea di essere "per eleggere il presidente della Repubblica con tutti quelli che ci stanno. Sono perché il centrodestra elegga il presidente della Repubblica. Sono per farlo con i leghisti se ci stanno, con Sel, con Grillo, naturalmente con i centristi".
E proprio ai parlamentari del Movimento 5 Stelle dice che "è giusto che partecipino alla vita istituzionale. Non è possibile che restino chiusi sempre nella loro posizione di protesta" anche su un tema come l'elezione del presidente della Repubblica: "Non a caso stanno lasciando Grillo per questo motivo".
"Napolitano ha segnato un epoca" - Il premier parla poi di Giorgio Napolitano, sottolineando come "tutti, quelli che lo apprezzano e quelli che lo apprezzano meno, credo riconoscano a questo presidente il fatto che ha segnato un'epoca in modo straordinario: è stato un grande europeo, un europeista, un grande uomo politico".
Napolitano, per Renzi, è stato "una colonna delle istituzioni, molto più riformatore di tanti non solo suoi ma anche miei coetanei. Me l'ha fatto notare proprio lui: una volta mi ha detto che tra me e lui ci sono esattamente 50 anni, lui è del '25 io del '75, quanti mondi ed esperienze diverse tra di noi". Eppure, dal punto di vista delle riforme, "se oggi le facciamo, alla faccia di chi non ci credeva, è perché Napolitano ha insistito che l'Italia non può stare ferma. Se c'è un vero artefice delle riforme, è lui".