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Elezioni 2020, si vota in sette Regioni e ventuno capoluoghi 

Ai seggi non solo per il referendum sul taglio dei parlamentari. Sarà un vero e proprio election day; chiamati alle urne i cittadini di 1.179 Comuni in tutta Italia

seggio

Il 20 e il 21 settembre italiani chiamati alle urne per il rinnovo di sette consigli regionali, per le amministrative e il referendum sul taglio dei parlamentari. Per le norme anti Covid, accessi contingentati e distanziamento tra i componenti del seggio e tra questi e gli elettori.

Le elezioni regionali -  Seggi aperti domenica e lunedì in sei Regioni a statuto ordinario e in Valle d’Aosta. Solo Campania e Veneto si sono affidate al «classico» verde che contraddistingue, per consuetudine, le regionali. Altrove hanno scelto di cambiare il colore della scheda, per evitare che si confondesse con il celeste del quesito referendario: sarà rosa in Liguria, arancione in Puglia, in Toscana e nelle Marche.

 

Nelle sei regioni a statuto ordinario è prevista l’elezione diretta del governatore. In Campania, Liguria, Toscana, Marche, Puglia e Veneto si vota in un unico turno: vince il candidato governatore che ottiene più voti, anche uno in più degli altri. Qui il centrodestra sarà unito: Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia hanno trovato l'accordo. Non è così per la maggioranza di governo, i tentativi di dialogo non sono serviti. I giallorossi vanno divisi quasi ovunque con Pd, Italia Viva e 5Stelle pronti a tagliarsi la strada.

 

E gli avversari ringraziano, a cominciare da Raffaele Fitto. Già governatore in Puglia, dopo la sconfitta contro Vendola, tenta il bis. Contro di lui l'uscente Michele Emiliano con Pd e Leu, la 5Stelle Antonella Laricchia e anche il renziano Ivan Scalfarotto con Italia Viva e Azione. Così in Veneto contro Luca Zaia, il centrosinistra schiera il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni del Pd, il Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti e la senatrice Daniela Sbrollini di Italia Viva. 

 

Pd e Italia Viva hanno trovato l'accordo in Toscana con Eugenio Giani contro la leghista Susanna Ceccardi e la 5Stelle Irene Galletti. Così come in Campania dove Vincenzo De Luca se la vedrà con Stefano Caldoro di Forza Italia e Valeria Ciarambino dei 5Stelle. E c'è l'accordo anche nelle Marche dove si confrontano il deputato Francesco Acquaroli per il centrodestra, il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi per Pd e Italia Viva e Gianmarco Mercorelli per il Movimento. In Liguria per sbarrare la strada a Giovanni Toti, il movimento 5Stelle e il Pd hanno detto sì a un'intesa. Candidato è il giornalista Ferruccio Sansa ma con i renziani che si sono chiamati fuori e puntano su Aristide Massardo

 

 

Le elezioni comunali - Il voto riguarderà  18 capoluoghi di provincia, tra cui anche tre di Regione: Aosta, Trento e Venezia. Si vota domenica 20 settembre dalle 7 alle 23 e lunedì 21 settembre dalle 7 alle 15.  Come riportato dall’elenco completo pubblicato dal ministero dell’Interno, si vota per le elezioni amministrative in totale in 1.179 comuni.  I capoluoghi di provincia chiamati al voto sono: Agrigento, Andria, Arezzo, Bolzano, Chieti, Crotone, Enna, Fermo, Lecco, Macerata, Mantova, Matera, Nuoro, Reggio Calabria, Trani, più i tre capoluoghi di Regione Aosta, Trento e Venezia. Diverse le date per il voto in Sicilia e Sardegna: in Sicilia si vota il 4 e 5 ottobre, in Sardegna il 25 e 26 ottobre.

 

Alle elezioni amministrative possono votare tutti i cittadini che hanno compiuto i 18 anni e che siano iscritti nelle liste elettorali del comune di residenza. Bisognerà andare al seggio portando con sé il documento di riconoscimento, la tessera elettorale. La legge elettorale varia in base al numero di abitanti delle città coinvolte. In ogni caso si vota mettendo una X sul nome del sindaco oppure sulla lista che lo sostiene.

 

Per i Comuni sotto i 15mila abitanti non si prevede il ballottaggio, se non in caso di parità assoluta tra i due candidati. Altrimenti vince semplicemente chi ottiene un voto in più. Nei Comuni con più di 15mila abitanti il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti, ovvero il 50% più uno, viene eletto sindaco. Altrimenti si va al ballottaggio tra i due candidati più votati. Nei Comuni fino a 5mila abitanti è possibile esprimere una sola preferenza.

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