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Comunali Roma, ricorso al Tar del Pd: a noi un seggio in più

Sarebbero 36 le sezioni che presentano incongruenze. Ciò non cambierebbe lʼesito dellʼelezione del sindaco, solo la ripartizione dei seggi tra i banchi dellʼopposizione

"Dalle anomalie riscontrate risulta possibile una diversa ripartizione degli eletti: al Pd spetterebbe un seggio in più".

Così il presidente e commissario dei dem a Roma Matteo Orfini spiega le motivazioni che ci sono dietro al ricorso presentato dal suo partito al Tar sui risultati delle elezioni che hanno portato al Campidoglio Virginia Raggi. Ma, sottolineano dal Pd, il riconteggio dei voti di preferenza "non cambierebbe l'esito delle urne".

"Ci sono sono state irregolarità e incongruenze in 36 sezioni, chiediamo il riconteggio delle schede", dicono i dem. Il ricorso, datato 27 luglio, è stato presentato al Tar contro Roma Capitale e il sindaco Raggi. "Si ha motivo di ritenere che le operazioni di scrutinio siano state eseguite in modo non corretto e non conforme alla legge", si legge nel documento. Secondo il Pd "i risultati elettorali presentano delle incongruenze e delle anomalie che inficiano la loro stessa attendibilità".

"Infatti, - si continua - sulla base del conteggio delle schede e dei voti in esse espressi sono state irregolarmente individuate le cifre elettorali delle coalizioni, delle singole liste e dei singoli candidati al consiglio comunale, con conseguente altrettanto irregolare determinazione dei quozienti per l'assegnazione del numero dei consiglieri a ciascuna lista o a ciascun gruppo di liste collegate".

Nel documento si fa riferimento "a 36 sezioni che presentano incongruenze". La richiesta di riconteggio delle schede, sottolineano dal Pd, "non cambierebbe l'esito dell'elezione del sindaco, ma solo la ripartizione dei seggi tra i banchi dell'opposizione, dando, se il ricorso venisse accolto, un seggio in più ai dem".