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Silenzio elettorale, Flick a Tgcom24: "Leggi vecchie da adeguare ai social, ma responsabilità Salvini doppia"

"Ad oggi sanzionare chi interrompe via social il silenzio elettorale è impossibile. Spetterebbe proprio al ministro dellʼInterno far rispettare la legge", dice il presidente emerito della Corte Costituzionale

Silenzio elettorale, Flick a Tgcom24:
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"Il divieto di fare campagna elettorale a ridosso delle elezioni c'è e il principio che difende è sempre valido.

L'unica cosa è che nel caso di violazioni via social non si possono applicare le sanzioni perché, quando la legge è stata scritta, i social non esistevano". Così il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Flick, commenta a Tgcom24 la raffica di post pubblicati su Facebook da Matteo Salvini durante le Regionali in Sardegna, in violazione del silenzio elettorale.

"Il principio sancito dalla legge continua a valere ed è quello che prevede il silenzio perché l'elettore abbia un momento di pausa e non sia sommerso fin sulla soglia della cabina elettorale da messaggi che possono diventare pressioni che possono levargli la libertà", spiega Flick. "Un principio e una legge - continua - che devono essere quindi rispettate, a maggior ragione da chi istituzionalmente è preposto a garantire la regolarità delle operazioni di voto​, il ministro dell'Interno. Se il ministro dell'Interno ha violato quella legge ha una doppia responsabilità".

Tuttavia, aggiunge Flick, "non si può estendere la legge per analogia e, quindi, non possono esserci sanzioni per chi non rispetta il silenzio elettorale sui social. In questo senso la legge andrebbe adeguata ai tempi". Flick sottolinea inoltre che "l'autorità delle comunicazioni, nel predisporre le linee guida per le elezioni politiche del 2018, ha ricordato questo divieto e ha detto che sarebbe auspicabile che anche sulle piattaforme in questi due giorni fosse evitata ogni forma di propaganda da parte dei soggetti politici" .