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Renzi ufficializza l'addio al Pd: "Manca una visione sul futuro"

"Di Maio non convince - ha aggiunto lʼex premier -. Non ho fatto tutto questo lavoro per morire socio di Rousseau. Per me la politica è unʼaltra cosa rispetto allʼalgoritmo di Casaleggio"

Renzi ufficializza l'addio al Pd:
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Con un'intervista a "La Repubblica", Renzi annuncia ufficialmente la scissione della sua corrente dal Pd.

Lunedì l'ex premier aveva telefonato al premier Conte per assicurare comunque "pieno sostegno al governo". "Oggi il Pd è un insieme di correnti - ha spiegato l'ex leader Dem -. E temo che non sarà in grado da solo di rispondere alle aggressioni di Salvini e alla difficile convivenza con i 5S". Bellanova "nominata" capo delegazione nel governo.

Scissione nel Pd, chi seguirà Matteo Renzi e chi invece lo "tradisce"

"I parlamentari che mi seguiranno saranno una trentina, più o meno. Non dico che c'è un numero chiuso, ma quasi", spiega Renzi, sottolineando di non credere a un'unità che considera di facciata. "Voglio passare i prossimi mesi a combattere contro Salvini".

"Allargheremo la base del consenso parlamentare" - Sulle ragioni dello strappo, l'ex segretario dem spiega: "I gruppi autonomi nasceranno già questa settimana. E saranno un bene per tutti: Zingaretti non avrà più l'alibi di dire che non controlla i gruppi Pd perché saranno "derenzizzati". E per il governo probabilmente si allargherà la base del consenso parlamentare, l'ho detto anche a Conte. Dunque l'operazione è un bene per tutti, come osservato da Goffredo Bettini. Ma questa è solo la punta dell'iceberg. Il ragionamento è più ampio e sarà nel Paese, non solo nei palazzi".

"Dobbiamo sconfiggere nella società il populismo cattivo" - "Abbiamo fatto un capolavoro tattico mettendo in minoranza Salvini con gli strumenti della democrazia parlamentare - prosegue Renzi -. Ma il populismo cattivo che esprime non è battuto e va sconfitto nella società. E credo che le liturgie di un Pd organizzato scientificamente in correnti e impegnato in una faticosa e autoreferenziale ricerca dell'unità come bene supremo non funzionino più".

"Idea alla base del Pd non realizzata, oggi è un insieme di correnti" - Quanto a Zingaretti che ha lavorato molto per mantenere l'unità del partito, come richiesto dalla base, Renzi spiega di non avere con lui alcun "problema personale, né lui ha un problema con me. Abbiamo sempre discusso e abbiamo sempre mantenuto toni di civiltà personali. Qui c'è un fatto politico. Il Pd nasce come grande intuizione di un partito all'americana capace di riconoscersi in un leader carismatico e fondato sulle primarie. Chi ha tentato di interpretare questo ruolo è stato sconfitto dal fuoco amico. Oggi il Pd è un insieme di correnti. E temo che non sarà in grado da solo di rispondere alle aggressioni di Salvini e alla difficile convivenza con i 5 Stelle".

"Non ci presenteremo al voto prima delle prossime politiche" - Per quello che riguarda l'allaeanza giallorossa, Renzi è chiaro. "Di Maio non convince. Non ho fatto tutto questo lavoro per morire socio di Rousseau. Per me la politica è un'altra cosa rispetto all'algoritmo di Casaleggio. Ma non voglio disturbare il Pd". E rispetto ai prossimi impegni elettorali, le'x premier spiega: "La nostra Casa non si candiderà né alle regionali né alle comunali almeno per un anno. Chi vorrà impegnarsi lo farà con liste civiche o da indipendente. La prima elezione cui ci presenteremo saranno le politiche, sperando che siano nel 2023. E poi le Europee del 2024. Abbiamo tempo e fiato".

Resta infine ancora un mistero il nome della futura formazione: "Il nome non glielo dico, ma non sarà un partito tradizionale, sarà una casa. E sarà femminista con molte donne di livello alla guida. Teresa Bellanova sarà la capo delegazione nel governo".