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La Camera respinge la mozione di sfiducia contro Salvini | Il vicepremier: "Ennesima figuraccia della sinistra, avanti a lavorare"

Sono stati 211 i "no" e 129 i "sì". Si prevede un esito simile anche per la mozione di sfiducia nei confronti del ministro Daniela Santanchè

L'Aula della Camera ha respinto la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro il ministro Matteo Salvini.

Il provvedimento, il cui primo firmatario è il capogruppo di Azione Matteo Richetti, ha incassato 211 voti contrari e 129 favorevoli. "Grazie. Ennesima figuraccia della sinistra, andiamo avanti col nostro lavoro", ha commentato Salvini.

 

La Camera respinge la mozione di sfiducia contro Salvini | Il vicepremier:
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Salvini non presente in Aula durante il voto

 Salvini ha lasciato la Camera dopo il question time, senza presenziare al successivo voto di sfiducia nei suoi confronti. "Ho una riunione sulle concessioni autostradali, vado a fare il mio lavoro di ministro", ha risposto ai cronisti. "È molto grave che Salvini oggi non sia in Aula", ha commentato il leader di Alleanza Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli.

 

 

Perché la mozione di sfiducia contro Matteo Salvini

 La mozione delle opposizioni contro il vicepremier era motivata dai rapporti della Lega con Russia Unita, il partito del presidente russo Vladimir Putin. Il testo è stato firmato dai leader dei partiti di opposizione: Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Nel dettaglio, si accusava Salvini "di non rinnegare i suoi rapporti con Putin". Il Carroccio aveva risposto alle accuse spiegando che "i propositi di collaborazione puramente politica del 2017 tra la Lega e Russia Unita non hanno più valore dopo l'invasione dell'Ucraina".

 

Mozione di sfiducia anche nei confronti di Daniela Santanchè

 Blindare due ministri senza dare altro spazio alle "tesi abbastanza infondate" delle opposizioni. Le parole del capogruppo di Fratelli d'Italia, Tommaso Foti, hanno ben spiegato la mossa con cui la maggioranza ha deciso di invertire l'ordine dei lavori della Camera per arrivare subito in serata alla votazione sulla mozione di sfiducia a Matteo Salvini e poi, nella mattinata di giovedì, anche a quella su Daniela Santanchè. Appare scontata la bocciatura anche della seconda, anche se le due vicende hanno risvolti politici diversi. Pure all'interno dello stesso centrodestra. La situazione più spinosa, anche per Giorgia Meloni, riguarda il ministro del Turismo. Fra i deputati della maggioranza, nessuno ha dubbi che per la seconda volta verrà respinta la sfiducia, come il 26 luglio al Senato, quando votarono a favore solo M5s, Pd e Avs. Questa volta anche Azione ne chiede le dimissioni, alla luce di quanto emerso sulle società Visibilia, Bioera e Ki Group. "Santanchè ministra ha fallito e noi la contestiamo sul piano politico. Ma noi non usiamo le indagini per attaccarla", ha affermato Matteo Renzi. L'atmosfera di gelo intorno alla ministra di FdI è stata segnalata dalla discussione generale sulla mozione: Aula semi-deserta, ai banchi del governo è comparso solo il ministro dell'Università, Anna Maria Bernini. La sottosegretaria per i Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, ha esortato a non "usare a intermittenza" la separazione dei poteri, perché si "rischia di attribuire alla magistratura la funzione di comporre e scomporre i governi". Per giorni il centrodestra ha valutato l'ipotesi di far slittare il voto, sfruttando la congestione di provvedimenti alla Camera. A metà giornata si è decisa invece l'accelerazione. Nei prossimi giorni è attesa la chiusura dell'inchiesta su Visibilia per false comunicazioni sociali, e poi la Procura - a meno che Santanchè non chieda di farsi interrogare e dimostri il contrario - scaduti i venti giorni canonici, si avvia alla richiesta di rinvio a giudizio.

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