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Ilaria Salis, l'ipotesi dei domiciliari in ambasciata non è percorribile: "Sarebbe come scontarli in Italia"

Tajani durante il question time alla Camera: "Sappiamo che le sue condizioni sono migliorate"

"La signora Salis ha confermato ieri un netto miglioramento delle condizioni detentive, sono i risultati ottenuti" dal lavoro del governo italiano.

Lo ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel question time alla Camera. "La tutela della sicurezza di Salis è la priorità per il governo che ha chiesto un processo equo e rapido. La corte di Budapest ha anticipato l'udienza a marzo, uno sviluppo molto positivo che indica la volontà della magistratura di accelerare i tempi del processo come richiesto dal governo italiano".

L'ipotesi dei domiciliari in ambasciata

 Ilaria Salis "è in detenzione in Ungheria, tutti auspichiamo che possa essere trasferita in Italia ai domiciliari, ma l'unica via è che vengano prima concessi in Ungheria", sull'opzione che la connazionale possa essere destinata ai domiciliari nei locali dell'ambasciata italiana a Budapest "ho già detto che ove i ministeri di Giustizia e dell'interno l'avallassero non mi opporrei, va pero' notato che offrire l'ambasciata non accresce di per sé la probabilità che l'istanza dei domiciliari venga accolta, perché equivarrebbe de facto alla concessione diretta dei domiciliari in Italia". 

Tajani: "Sarebbe come domiciliari in Italia"

 "Vista qual è la situazione prevista da tutti gli accordi internazionali, che prevede l’inviolabilità delle ambasciate", "l'ambasciata non appare un luogo idoneo all'esecuzione di misure coercitive", afferma il ministro degli Esteri alla richiesta di concedere l'uso della residenza dell'ambasciatore nel caso in cui venissero concessi a Ilaria Salis gli arresti domiciliari in Ungheria. E quindi "l’inviolabilità di tali locali si pone in contrasto con i poteri delle autorità ungheresi di far rispettare eventuali provvedimenti giudiziari o di polizia, le autorità ungheresi non potrebbero entrare senza permesso e non potrebbero avere il potere di sorveglianza", ha aggiunto, e per "conformarsi integralmente ai provvedimenti del giudice ungherese, potrebbe essere chiesto all'Italia di rinunciare all’inviolabilità, la questione si pone quindi oltre che sul piano del diritto internazionale anche su quello dell’opportunità, sempre nell'interesse della signora Salis che abbiamo sempre perseguito".

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