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Rottura nel Pd dopo le parole di Di Maio, Martina: "Resta l'ambiguità politica"

Il candidato premier M5s: "Le dichiarazioni di Martina sono comunque un passo avanti, Salvini non ha il 51%"

Rottura nel Pd dopo le parole di Di Maio, Martina:
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Il Pd si spacca sull'invito al dialogo dal capo politico del M5s, Luigi Di Maio.

"L'autocritica nei toni è apprezzabile, resta evidente l'ambiguità politica", ha detto il reggente Maurizio Martina. Parole che non sono piaciute al ministro Dario Franceschini: "Serve riflettere e tenere comunque unito il Pd nella risposta. L'opposto di quanto sta accadendo: rispondiamo affrettatamente e ci dividiamo tra noi".

"Noi continuiamo a pensare che la differenza la fanno i contenuti. Da questo punto di vista non vedo novità. Il tempo dell'ambiguità è finito", ha spiegato Martina. "Fermiamoci e ricominciamo", è invece l'invito di Franceschini, che definisce l'intervista di Di Maio come una "novità politica".

Orfini: "Dal M5s appello strumentale" - Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Pd, Matteo Orfini. "Siamo alternativi al M5s per cultura politica, programmi e visione sul futuro del Paese - ha scritto su Twitter -. Non sarà certo un appello strumentale a cancellare tutto questo. Parleremo con chi riceverà l'incarico e daremo il nostro contributo da forza di minoranza parlamentare".

Di Maio: "Parole Martina sono passo avanti, Salvini non ha il 51%" - Non si è fatta attendere la risposta di Di Maio che ha commentato le parole di Martina, in replica a sua volta alla richiesta M5s di dialogo. "Registro come un passo avanti la dichiarazione di Martina. Matteo Salvini - ha aggiunto Di Maio - sappia che al Quirinale o ci vai con il 17% o con il 37%, in ogni caso non hai il 51% e quindi la maggioranza".

Renzi: "Politica ferma al chiacchiericcio" - Sul post elezioni, sabato mattina era già intervenuto l'ex segretario Matteo Renzi, secondo cui "la politica italiana da un mese è ferma al chiacchiericcio, agli accordi, ai retroscena inventati". "Noi - ha spiegato - lo avevamo detto: se non passa il referendum, torneremo agli accordi vecchio stile. E purtroppo è andata così. Parleremo di questo il 21 aprile, all'Assemblea del Pd". In una nota Renzi ha poi smentito ogni tipo di trattativa del Pd con l'M5s per formare un governo.