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Roma, il sindaco Raggi ritira le deleghe al vicesindaco Bergamo e all'assessore Cafarotti

La decisione "non è legata a dissapori ma a diverse visioni politiche per il futuro di Roma, che non hanno trovato una sintesi"

virginia raggi, roma
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Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha ritirato le deleghe al vicesindaco Luca Bergamo e all'assessore allo Sviluppo economico Carlo Cafarotti. Il primo cittadino dunque ha ripreso le deleghe alla Crescita culturale e Sviluppo economico, Turismo e Lavoro. Nei ringraziamenti per il lavoro svolto, la Raggi ha spiegato che la decisione "non è legata a dissapori ma a diverse visioni politiche per il futuro di Roma, che non hanno trovato una sintesi".

Il riassetto in giunta è già alle porte: si parla dell'attuale assessore al personale Antonio De Santis come vicesindaco e al commercio Andrea Coia, attuale presidente della commissione attività produttive dell'assemblea capitolina. La mossa del sindaco sembra prefigurare una blindatura in vista della corsa al bis in Campidoglio, un modo per dare alla giunta maggiore stabilità politica.

 

Ringraziando entrambi i suoi stretti collaboratori per il lavoro fatto, la sindaca non nasconde la distanza politica con Bergamo. "Ci sono diversità di visioni politiche per il futuro di Roma. Ne abbiamo discusso di recente senza riuscire a trovare una sintesi", spiega. E che la sintonia, su questo fronte non ci fosse più, era emerso già quando l'ormai vicesindaco aveva accolto non con pieno favore la decisione di Virginia Raggi di ricandidarsi per il secondo mandato, lamentando il fatto che fosse stata presa senza confronto con i partiti. Che Bergamo mirasse ad altro è testimoniato anche dalla sua candidatura a dirigere l'Istituto italiano di cultura a Parigi. Nomina poi sfumata. Alla fine il divorzio è arrivato. E i due 'dimissionati' di stasera non sono le uniche spie di un malessere interno. Anche un altro assessore, Veronica Mammì, alle politiche sociali, era data in bilico.

 

Ed è di giovedì la notizia di cinque consiglieri comunali pentastellati che hanno espresso forti riserve sulla ricandidatura della Raggi. Tra loro anche Enrico Stefano, tra l'altro marito della stessa Mammì. Secondo i cinque consiglieri ribelli per Roma ci vuole "un candidato sindaco 'terzo' e di alto profilo istituzionale, capace di unire e che possa incarnare al meglio il ruolo di guida in una consiliatura costituente". Insomma per cinque consiglieri capitolini M5s da tempo ribelli la candidatura di Virginia Raggi in corsa per un bis non e' sufficiente perché "calata dall'alto e divisiva".

 

Ci vorrebbe piuttosto un Conte per Roma ovvero "replicare lo schema del livello nazionale su Roma". Il sindaco, da parte, sua ha ringraziato Luca Bergamo anche per il suo lavoro come assessore alla Cultura sottolineando che la sua "decisione non è legata ad alcuna incomprensione né a dissapori nei suoi confronti: la fiducia e la stima nei confronti di Luca restano alte, soprattutto alla luce del complesso e ottimo lavoro che ha portato avanti in questi anni. "Allo stesso modo, ringrazio Carlo Cafarotti per il contributo all'azione amministrativa realizzato nel corso di questi anni", dice. Ma, probabilmente, non c'era più la sintonia politica. "E' in corso l'ultimo atto trumpiano della peggiore sindaca della storia dell'Urbe, sta finendo finalmente", osserva in un tweet pungente il deputato del Pd Filippo Sensi.

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