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Riforme, Boschi: al Senato no rischi Ma il mercato dei voti è cominciato

Tra i "procacciatori" di consensi in prima fila Verdini e Lotti tra i gruppi. Ma in corso ci sarebbero trattative anche tra palazzo Chigi e Flavio Tosi. E il Ncd si ricompatta con la promessa di una revisione dell'Italicum

Maria Elena Boschi, ignazio marino, festa unità roma
ansa

"Io non sono per nulla in ansia, non sono preoccupata per i numeri". Maria Elena Boschi è sicura che la riforma sul Senato non sarà "stravolta in Aula". "Se avessimo avuto paura avremmo cercato di fare melina, invece di chiedere una accelerazione sui tempi", ha spiegato il ministro per le Riforme. Sulla contrarietà del presidente Grasso di far saltare l'esame della Commissione, ribadisce: "Lo aspettiamo in Aula".

La sicurezza che mostra il ministro delle Riforme è la stessa del premier Matteo Renzi: i loro numeri parlano di uno scarto a favore della maggioranza di "almeno 70 senatori", se non di più. In questa prima fase, va detto, non è richiesta la maggioranza assoluta (quota 161) ma basta quella semplice dei presenti in Aula. Ma è anche vero che i numeri pesano, sempre. Dunque, uscire da Palazzo Madama oggi con una maggioranza risicata significherebbe mostrarsi troppo deboli per le prossime letture, dove invece sarà richiesto uno scarto più ampio. Ecco perchè è partito il mercato dei voti.

Tra i grandi protagonisti in questa fase di "pontieri" c'è Denis Verdini che con il suo Ala non solo garantisce al governo 10 senatori, ma pare stia facendo pressing su alcuni di Forza Italia: insomma, promette un pacchetto di 12 neo renziani. Ma non è l'unico. Tra i responsabili del soccorso al governo si conta anche l'ex leghista Flavio Tosi, che con sé porta il voto della fidanzata (la senatrice Patrizia Bisinella del gruppo misto), e un altro paio di sodali. Poi c'è tutto il pacchetto dei 35 senatori di Ap (Ncd e Udc) che pare abbiano trovato la strada sulla promessa di nuove modifiche all'Italicum per il 2017 con l'introduzione di un premio di coalizione. Che tradotto significa salvezza.

Del resto, la prospettiva disegnata dal premier era poco conveniente: "Poi si va a votare con il Consultellum - avrebbe confidato Matteo Renzi ai suoi - e con lo sbarramento al 4 e all'8% vediamo quanti Quagliarielli ritornano in Parlamento". Infine si pesca anche tra qualche ex grillino e qualche transfugo del Idv. Tutti i voti sono buoni, anche la Boschi non ne ha fatto mistero: "Se chi ha votato rivotasse la riforma avrebbe più valore". Insomma, non si butta via niente.