RIFORMA DELLA TV PUBBLICA

Riforma Rai, Renzi: il governo indica il capo, cda sarà eletto da Camere

Avviato l'esame del ddl sulla riforma della tv pubblica. Prevista una rete senza pubblicità

12 Mar 2015 - 21:11
 © ansa

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Sulla riforma della Rai "abbiamo avviato l'esame del ddl in Consiglio dei ministri". Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi. "Immaginiamo un cda più ristretto, la cui maggioranza sia eletta dal Parlamento in seduta comune e con un membro espressione dei dipendenti Rai - ha spiegato Renzi - . Il governo crediamo abbia il dovere più che il diritto di individuare il capo azienda che deve passare dal voto di conferma del cda".

"Serve un capo azienda che decida, basta con mediazioni su mediazioni ed un numero pletorico di direttori", ha sottolineato il premier.

"Non vogliamo mettere mani su azienda" - "Leggo stravaganti interpretazioni secondo cui Renzi vuole mettere le mani sulla Rai. Non vogliamo mettere le mani sulla Rai, ma dare ossigeno all'azienda. Basterebbe andare al rinnovo del cda con la Gasparri per avere la maggioranza. Che venga fatta questa accusa a chi ha rinunciato anche a parlare con vertici Rai per non dare impressione di interferire è fuori dalla realtà", ha ricordato Renzi al termine del Consiglio dei ministri.

"Una rete dedicata a cultura senza pubblicità" - La riforma della Rai, ha poi aggiunto, prevede una rete "senza pubblicità destinata alla cultura non in senso noioso e passatista ma come arricchimento della persona umana".

"Serve un chiaro progetto culturale e politico, il governo offrirà valutazioni ma il Parlamento sarà decisivo". "Occorre innanzitutto che non vi sia contiguità con partiti e forze politiche che porti tutti i giorni a dover discutere e valutare, sentendo membri della commissione di vigilanza e di partito. Questo non significa che le forze politiche non possano avere il compito di vigilare e di indicare le persone, ma significa che quando hai scelto chi controlla e guida, non è che per nominare un caporedattore devi entrare nella discussione", ha spiegato ancora.

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