E sulle riforme rilancia: "Berlusconi decida, ma non mi faccio ricattare"
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Una verifica di governo? Per Matteo Renzi "le verifiche si facevano nella Prima Repubblica e si fanno a scuola. Ma Ncd non la chiede: non è nell'interesse di Alfano e loro". "Il governo va avanti fino al 2018 con Ncd dentro", scommette il premier. "Avremmo eletto Mattarella anche senza Ncd, ma sarebbe stato un errore per loro e infatti Alfano ha cambiato idea. Sarebbe stato incomprensibile non eleggerlo", ha aggiunto.
Sulla crescita - "In merito alle previsioni di crescita del Pil, nel Def abbiamo messo 0,5%. Ho visto che Confindustria scrive +2% ma mi sembra irrealistico. Ma se, tra 0,5% e 2%, fosse l'1%, avremmo 8 miliardi in più da spendere". Lo afferma il Premier a "Porta a Porta". "Non lo dico perché porta male e non va bene" ma "fino ad aprile testa basa e pedalare".
Il patto del Nazareno - Nel salotto di Bruno Vespa, il segretario del Pd interviene anche sul discusso patto con Forza Italia: "Qualche stratega dice a Berlusconi: 'le riforme servono per ricattare Renzi'. A me non mi ricattano, con me cascano male". "Berlusconi le riforme vuole farle o no? Deve decidere se sono cose buone per il Paese o invece una schifezza, come dice Brunetta. Dovrebbe metterci il cappello..."
L'elezione di Mattarella - Sul metodo che ha condotto all'individuazione del nuovo Capo dello Stato, Renzi ha rivelato: "Una settimana fa ho cercato Mattarella, gli ho detto beviamo un caffé, e gli ho chiesto la disponibilità e la cortesia a mantenerla anche se il primo scrutinio non fosse andato bene. Ha funzionato: per la prima volta il Pd non si è diviso".
D'accordo con Tsipras - Una battuta l'ha dedicata pure alla visita del neo eletto primo ministro greco: "Non so se Alexis va via soddisfatto ma per lui c'è una sfida grande e difficile, specie pensando alle aspettative dei greci. Tutti noi abbiamo voglia, bisogno e desiderio che rispettando tutti le regole vengano riconosciuti in Europa i comuni valori".
Una battuta su Letta - E sulla conquista di Palazzo Chigi, l'ex sindaco di Firenze racconta la propria versione dei fatti: "Quello nei confronti di Enrico Letta non è stato in alcun modo un tradimento di un patto. Se fosse stato sereno, sarebbe rimasto lui il presidente del Consiglio".