LE OPPOSIZIONE LASCIANO L'AULA

Riforme, Renzi: "La politica dà una lezione alla classe dirigente"

"Vince la democrazia, non chi scappa dall'Aula - ha ricordato il premier - . Scappare dal dibattito è indice di povertà dei contenuti". Il voto martedì dalle 15

11 Apr 2016 - 21:58

"Per la prima volta la politica riforma se stessa e dà una grandissima lezione di dignità al resto della classe dirigente del Paese". Lo ha detto il premier Matteo Renzi alla Camera intervenendo nel dibattito sulle riforme. "La politica - ha aggiunto - si dimostra in grado di far vedere la pagina più bella quando sfidata. Sono qui per rendervi omaggio e gratitudine: date una lezione a tanti". I gruppi di opposizione hanno abbandonato i lavori.

"Senza consenso popolo trarrò conseguenze" - "Vorrei confermare e ribadire quanto detto nei mesi scorsi: la nascita di questo governo è dovuta al fatto che il precedente era in una condizione di stagnazione, l'accettazione dell'incarico era subordinata all'impegno a realizzare una serie di riforme nel momento in cui non vi fosse il consenso popolare è principio di serietà trarre conseguenze", ha sottolineato Renzi intervenendo alla Camera.

"Non avevamo alternative a usare ogni strumento regolamento" - "Non avevamo alternative che usare tutti gli strumenti messi a disposizione del regolamento per poter andare avanti, altrimenti sarebbe stato il blocco", ha spiegato il premier.

"Fi venuta meno perché abbiamo eletto Mattarella" - "L'argomento che ha portato una parte di questo Parlamento a venire meno alla parola data non ha a che vedere con il contenuto della riforma come sarebbe legittimo ma ha a che vedere con il fatto che questo Parlamento ha eletto presidente della Repubblica Mattarella contro i desiderata del leader di quel partito medesimo", ha ricordato Renzi riferendosi a Forza Italia.

"Diventato premier per fare le riforme" - "La nascita di questo governo è dovuta al fatto che l'esecutivo precedente si trovava in una situazione di stagnazione. L'accettazione dell'incarico di presidente del Consiglio è stata subordinata all'impegno di realizzare una serie di riforme, possano piacere o meno. Se la riforma più importante non fosse approvata, sarebbe un fatto di serietà prenderne atto", ha ancora ricordato poi il premier.

"Vince democrazia, non chi scappa da Aula" - "Si può essere d'accordo o meno con la riforma ma deve essere chiaro che oggi vince la democrazia, che non vuol dire ostruzionismo o cercare di non far votare gli altri o fuga dall'Aula quando mi accorgo di non avere i voti. Ma è confronto e poi espressione libera e democratica di voto. Sostenere che ci sia una lesione di democrazia significa fare a pugni con la realtà e pensare che gli italiani non siano in grado di capire". "Scappare dal dibattito è indice di povertà dei contenuti", ha aggiunto.

"Riforme-Italicum portano democrazia decidente" - "Dicono che legge elettorale e riforma consegnano le istituzioni a una sola forza politica. Ma la realtà è diversa perché questa riforma non mette in discussione tutte le maggioranze qualificate che restano o vengono rafforzate, come quella per eleggere il presidente della Repubblica", ha ricordato Renzi citando la "democrazia decidente" di Calamandrei. Ci saranno "governi che durano 5 anni e consentono alle opposizioni di non fare teatrini e sceneggiate ma prepararsi a tornare al governo, sempre che ne siano capaci".

Il voto martedì dalle 15 - La Conferenza dei capigruppo della Camera ha successivamente confermato il calendario d'aula delle riforme respingendo la richiesta delle opposizioni, che ora minacciano ostruzionismo. L'aula inizierà martedì alle 15 il voto sugli articoli del ddl Renzi-Boschi, con la possibilità di una seduta notturna. Non essendo contingentati i tempi non è ancora possibile stabilire quando ci sarà il voto finale.