INTERVISTA AL FINANCIAL TIMES

Renzi: "Abbiamo fatto una riforma storica, ma ora serve di più"

In un'intervista al Financial Times il premier spiega che gli investitori stranieri gli chiedono di procedere più velocemente, ma "neanche i dittatori sono riusciti ad andare più veloci". E sottolinea la propria intenzione di "consegnare questo Paese in ordine a chi mi succederà"

11 Ago 2014 - 17:22
 © ansa

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"Sono stato primo ministro per cinque mesi. In questi cinque mesi abbiamo fatto una riforma costituzionale che nessuno ha fatto in settant'anni". Lo afferma Matteo Renzi in un'intervista al Financial Times, spiegando che tuttavia "quel che abbiamo fatto non è sufficiente, dobbiamo fare di più". "Ho intenzione di consegnare questo Paese in ordine a chi mi succederà. Il tempo mostrerà se è arroganza o coraggio" ha quindi aggiunto il premier.

Renzi garantisce però che "personalmente non mollerò di un centimetro e andrò avanti". E per quanto riguarda le raccomandazioni di Draghi sottolinea che "farò io le riforme, perché l'Italia non ha bisogno di qualcuno che le spieghi cosa fare". E anche sulla spending review, pur smentendo una rottura con Carlo Cottarelli, il premier rivendica il controllo dei tagli alla spesa spiegando come "è Renzi a decidere dove faremo tagli, non un tecnocrate".

Quel che è certo è che le riforme vanno fatte più velocemente: "Quando parlo al telefono con il Senato, con le autorità fiscali, con quelle giudiziarie e chiedo di andare più veloci, loro mi rispondono: 'Nessuno in Italia è mai andato così veloce'. Poi vado dagli investitori stranieri e mi chiedono di andare ancora più veloce. Ma neanche i dittatori sono riusciti a fare le cose così velocemente".

E a questo proposito rimarca come "Roma è una città piena di lobbisti. L'Italia è abituata a un capitalismo di relazione. Io non sono parte di quel sistema che ha distrutto questo Paese. Io sono solo, con il 40% di italiani che ha votato per me, con gli 11 milioni di italiani che hanno votato per il mio partito, e solo con questi e con la mia squadra, questo Paese cambierà".

Per quanto riguarda poi la direzione da seguire, il presidente del Consiglio spiega che "il nostro modello non è la Spagna ma la Germania". E sul tema della sua legittimazione quale premier, ricorda di aver ricevuto un'ampia investitura popolare alle ultime europee: "Non credo ci sia nessun altro leader in Europa che può dire di avere tanti voti quanti il Partito democratico in Italia. Nessuno, neanche Angela Merkel".

Ue: "Italia faccia le riforme" - "E' con le riforme strutturali, efficacemente attuate, che si creano le condizioni per crescita e occupazione in Italia". Lo rimarca un portavoce della Commissione Ue, che sottolinea come "l'Italia si è già impegnata" in questo senso. In merito all'intervista del premier al Financial Times, nella quale il premier diceva che tocca a lui decidere come intervenire, il portavoce spiega che "l'attuazione delle riforme è questione che riguarda lo Stato".

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