IL NUOVO GOVERNO

Napolitano chiude le consultazioni, lunedì l'incarico a Renzi

"Riflettere subito e dare spazio a chi formerà il governo", dice il presidente della Repubblica. In giornata l'incontro coi big. Berlusconi non entra nel governo ma non farà ostruzionismo. Ncd minaccia: "O noi o Sel". Il Pd ufficializza la candidatura di Renzi

16 Feb 2014 - 21:58
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Giorgio Napolitano chiude il cerchio delle consultazioni e si appresta a dare l'incarico a Matteo Renzi. Ma non così in fretta come si pensava, l'annuncio dovrebbe essere ufficializzato lunedì. Intanto al Quirinale oggi sono sfilati i big. E se Alfano con Ncd minaccia Renzi: "O noi al governo o Sel". Berlusconi annuncia di restare all'oppsozione ma non ostacolerà l'ascesa di Matteo. Il Pd invece candida ufficialmente alla successione di Letta il suo segretario.

Napolitano chiude le consultazioni, lunedì l'incarico a Renzi

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Napolitano e le consultazioni flash - "Massima rapidità" alle consultazioni per dare poi "spazio" a Matteo Renzi e permettergli un lavoro "sereno" nella definizione di squadra e contenuti di governo. Si sono chiuse così le consultazioni al Quirinale e il capo dello Stato lunedì mattina affiderà al segretario del Pd l'incarico di formare questo secondo l'esecutivo a guida Dem. Al termine di una giornata considerata utilissima e ricca di spunti dal Quirinale, sembra quasi che il presidente tema che un eccesso di fretta porti a programmi improvvisati, nomi ad effetto per la squadra e quindi a un risultato a rischio effimerità, foriero di futuri non voluti contrasti nella maggioranza.

Ncd mette i suoi paletti - Angelino Alfano rimane estremamente guardingo e tratta sia sul numero dei ministri che sul programma. Soprattutto ha voluto stoppare voci e veleni che sussurravano di una possibile entrata di esponenti di Sel nell'esecutivo: "non possiamo immaginare di cambiare natura all'esecutivo spostandolo a sinistra: se la composizione della coalizione si sposterà a sinistra con l'entrata di altre forze, noi diremo di no", ha premesso. Per poi assicurare l'apertura al Governo Renzi chiedendo anche lui al giovane sindaco di non avere fretta.

Berlusconi: "Saremo una opposizione responsabile" - Formale e inusualmente compassato, Silvio Berlusconi ha confermato a Napolitano e poi ai giornalisti che resterà all'opposizione, ma che si tratterà di un'opposizione "responsabile". E che manterrà i patti con Renzi sulle riforme. Segnale positivo per il presidente che ha dovuto ingoiare le critiche di M5s per aver ricevuto al Quirinale il Cavaliere "pregiudicato" e "decaduto".

La visibilità (chiesta) dai piccoli partiti - Poi ci sono i piccoli partiti che chiedono visibilità, cercando di alzare la voce in avvio di trattativa. Scelta Civica ha dato la propria disponibilità ad appoggiare Renzi ma ha chiesto "un segnale molto chiaro e molto forte di discontinuità" rispetto al passato governo, accompagnato da "una condivisione precisa di un contratto di coalizione". E se Bruno Tabacci ricorda forse non a caso che Centro democratico è sì una "formazione piccola ma che è stata decisiva per vincere il premio di maggioranza alla Camera", Nichi Vendola rassicura a distanza Alfano che l'idea che Sel possa entrare nel governo è "fantapolitica" perché Renzi ha già fatto virare il Pd a destra.

Le controconsultazioni dei grillini - M5s risponde con sue "contro consultazioni" davanti a Montecitorio. "Hanno paura delle elezioni, perché le vinciamo noi", ha detto arringando un centinaio di attivisti il capogruppo alla Camera Alessandro Di Battista. D'altronde per Beppe Grillo le consultazioni sono "un'immensa presa per il culo".

Il timing di Renzi - Renzi salirà al Colle al massimo nella giornata di lunedì, quindi il segretario del Pd avvierà le proprie consultazioni e ultimerà la sua squadra di governo. Ed è questa la fase che al momento sembra suscettibile della maggiore elasticità. Entro martedì Renzi dovrebbe sciogliere la riserva e salire al Colle con la lista dei ministri e pronto al giuramento che lo metterà automaticamente in sella. Resterà l'ultimo nodo, quello della fiducia delle Camere. Renzi presenterà il suo programma prima al Senato, quindi a Montecitorio. Forse nella stessa giornata, forse in due distinti giorni. Si arriverà, così a venerdì o al massimo sabato per la fiducia finale.

Civati agita il Pd - Intanto le tensioni interne al Pd sembrano essere riemerse a galla, con Pippo Civati che avanza perfino l'ipotesi di uno strappo. E mentre la minoranza di area Cuperlo annuncia una sua agenda da presentare al neo-premier i dem guardano con un filo di preoccupazione alle elezioni delle segreterie regionali di domenica, primo vero test sull'elettorato dopo la drammatica direzione consumatasi giovedì a Largo del Nazareno. Ma e' soprattutto Pippo Civati - che con altri 15 dem votò "no" al documento proposto da Renzi giovedì - ad animare le acque del Pd, prima non assicurando che darà la sua fiducia al governo Renzi e poi lanciando una provocazione, sul suo blog, in merito alle voci di contatti tra il Pd e Forza Italia.

Resta il dubbio sul voto di Civati (che potrebbe trascinarsi un drappello di parlamentari della sua area, si dice) alla Camera sul governo Renzi. In caso di "no" alla fiducia, Civati certificherebbe quello strappo al Pd che già in queste ore paventava con un post sul suo blog dal titolo "Quasi quasi fondo il Nuovo Centro sinistra". Intanto, anche dalla minoranza di area cuperliana arrivano segnali, non di rottura, ma di una proposta politica che motivi il suo voto pro-Renzi di giovedì. E una agenda programmatica, annuncia Stefano Fassina, sarà presentata nelle prossime ore al premier in pectore su questioni come il welfare, un intervento straordinario per l'occupazione giovanile, la politica industriale e quella macroeconomica da rinegoziare con Bruxelles.

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