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Manovra, la Camera approva: 198 sì e 125 no, ora il testo al Senato

Una legge da 40 miliardi di euro. Il sì definitivo entro 4 giorni o si rischia lʼesercizio provvisorio. Ecco tutte le misure approvate

giuseppe conte camera manovra
Ansa

Via libera della Camera alla manovra: il voto finale ha ottenuto 298 sì, 125 no e 8 astenuti. Il testo della legge di Bilancio passa ora al Senato dove dovrà compiere l'ultimo passaggio, quello definitivo, dalla prossima settimana. Procedura che dovrà avvenire entro la fine del mese per evitare di far entrare il Paese in esercizio provvisorio.
 

Corsa contro il tempo per evitare "esercizio provvisorio" - Settimane di ritardi e ora il Parlamento corre per un via libera definitivo ancora più veloce e scongiurare così l'esercizio provvisorio. Il Senato ha appena 4 giorni per evitarlo. Con l'ok di Montecitorio prende la sua forma definitiva e passa al Senato per il "timbro" la maxi-manovra da 40 miliardi, la più corposa degli ultimi anni, che doveva mettere le basi della ripartenza e si è risolta in gran parte in nuove misure tampone per scongiurare il tracollo dell'economia.

 

Il governo supera indenne il passaggio della legge di Bilancio nel pieno della seconda ondata dell'epidemia e mentre gli equilibri rischiano di andare in frantumi sul Recovery Plan. Dai 5 miliardi per la Cig al miliardo tra acquisto dei vaccini e l'assunzione di medici e infermieri per somministrarli, fino ai 40 milioni per i buoni spesa alle
famiglie più in difficoltà, è la crisi dell'economia, intanto, che detta gran parte degli interventi della manovra e guida la mano dei deputati per le modifiche di maggiore impatto.

 

Le misure per le partite Iva, arriva la cig anche per loro - Su tutte il pacchetto per gli autonomi, dall'anno bianco a un primo abbozzo di "cig" anche per le partite Iva. L'esonero dei contributi, nei primi calcoli della Lega, potrebbe valere fino a 3.700 euro, ma sarà un decreto ministeriale a stabilire come sarà assegnato il miliardo stanziato per circa 300mila partite Iva con ricavi sotto i 50mila euro e perdite di almeno un terzo del fatturato. Possibile che già con il prossimo scostamento e quello che, almeno negli auspici, sarà il decreto Ristori 'finale' di gennaio, la dote per gli autonomi sia rimpinguata anche per estendere l'ammortizzatore (un assegno per massimo 6 mesi tra i 250 e gli 800 euro) ai professionisti iscritti agli ordini.

 

Proprio la previsione di ulteriore extra-deficit a inizio 2021 (si è parlato di 20 miliardi ma le necessità aumentano di giorno in giorno) ha consentito di liberare un "tesoretto" mai visto per assecondare gli appetiti parlamentari, quasi 5 miliardi. E quello che non si è riuscito a finanziare subito in gran parte si è trasformato in impegni per il governo con centinaia di ordini del giorno, compresa la promessa di interventi per Roma Capitale.

 

In poco più di 48 ore in commissione, i deputati hanno comunque portato a casa 254 emendamenti, di cui oltre un terzo con micro-stanziamenti sotto i 5 milioni, e un pacchetto di nuovi aiuti a trasporto aereo e automotive da circa un miliardo complessivo, in gran parte grazie al 'fondone anti-Covid' da 3,8 miliardi. A rimanere fuori al momento, tra le richieste ricorrenti, il settore del wedding e degli eventi - penalizzato dal calcolo sul solo mese di aprile degli indennizzi -  e tutto lo sci, che dovrebbe essere in cima alla lista dei nuovi ristori.

 

Agricoltura e turismo i settori più "protetti" - Agricoltura e turismo sono tra le filiere che incassano di piu'. Per le attivita' turistiche arriva un altro mezzo miliardo,
dall'esonero Imu per alberghi e stabilimenti fino alla formazione degli operatori con un milione per il turismo esperienziale, mentre gli aiuti per il comparto agricolo spaziano dagli esoneri contributivi per gli addetti agli aiuti alle singole filiere, dal vino di qualità ai suini. E se vengono estesi anche gli interventi a sostegno della cultura, all'ultimo spuntano - questa volta nel decreto Milleproroghe ancora atteso in Gazzetta Ufficiale - i 'Cinema bond' dell'Istituto Luce. 

 

Il rischio valanga licenziamenti entro marzo - Ma è il lavoro la scommessa e il rischio più grande per l'esecutivo: le 12 settimane aggiuntive di Cig Covid scadono a fine marzo per chi le ha usate senza interruzioni. E lo sblocco dei licenziamenti (vietati per un anno intero) rischia di creare una valanga di disoccupati. Per questo già nel testo base c'era la proroga dello sconto del 30% dei contributi nel Mezzogiorno e un nuovo piano di decontribuzione per l'assunzione di giovani e donne. Un pacchetto rafforzato nel passaggio parlamentare con 50 milioni per il rientro delle neomamme al lavoro, con il ritorno dell'assegno di ricollocamento anche per i percettori di Naspi, i contratti di espansione e l'avvio di un nuovo programma GOL per l'inserimento di lavoratori disoccupati e di beneficiari del Reddito di cittadinanza di cui, nel frattempo si è rimpolpata la dote.

 

Le micro misure - Per il resto è stato un fiorire di micro-misure - dalle celebrazioni per gli 800 anni del primo presepe ai cani randagi - e di bonus, dai rubinetti salva-acqua agli occhiali agli eco-incentivi auto fino al compromesso sul superbonus, prorogato di altri 6 mesi (+6 per chi abbia superato il 60% di avanzamento lavori), in attesa di trovare un'intesa migliore con il Recovery Plan.

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