M5s, Paragone: "Io e Di Battista non stiamo organizzando scissioni"
Il senatore dopo lʼespulsione dal Movimento: "Non lo so se ora cʼè un effetto valanga, io non sono capo cordata di niente"
"Non passiamo il tempo a organizzare scissioni o a fare divisioni nel Movimento". Così Gianluigi Paragone, senatore espulso dal M5s, ha smentito le voci secondo cui starebbe preparando una scissione con il sostegno - dopo l'endorsement di giovedì - di Alessandro Di Battista. "Non ne organizziamo", ha ribadito ospite di "Stasera Italia" su Rete4. "A Beppe Grillo direi che non sono io il problema del M5s e non lo è neanche Alessandro".
Paragone ha confermato di essere pronto a ricorrere alla giustizia ordinaria contro la sua espulsione. "In questa questione ho diritto ad avere un giudice terzo oppure no? Io la metto sul profilo del rispetto delle regole. Vengo ammonito per non aver votato la manovra ma il collegio dei probiviri che ha deciso ha dentro un ministro in carica (Fabiana Dadone, ndr) che è quindi in conflitto di interessi. In quella situazione lei esce e la composizione diventa di due probiviri su tre ma non si sa nemmeno come funziona il voto sull'espulsione?".
Sul suo futuro politico e sulla rottura che si è aperta nel Movimento, Paragone si è limitato a dire: "Non lo so se ora c'è un effetto valanga, io non sono capo cordata di niente". Poi ha smentito nuovamente le indiscrezioni che lo dicono pronto a passare alla Lega: "Sono stato eletto con il M5s e sono orgoglioso del programma con cui ho fatto campagna elettorale". Infinte l'attacco a Di Maio: "Non è riuscito a rendere forte la trama del tessuto del Movimento 5 stelle e così tutto diventava sfilacciato".
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