"IL MIO VOTO CONTA"

M5s in piazza a Roma per la "festa del governo del cambiamento"

Tricolori e bandiere del M5s, vecchia guardia, big diventati ministri: è la festa per il governo organizzata dal Movimento alla Bocca della Verità

02 Giu 2018 - 22:44
 © ansa

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Folla in piazza della Bocca della Verità, a Roma, per la manifestazione del M5s. Sul palco un manifesto raffigura la bandiera italiana e lo slogan della campagna elettorale "Il mio voto conta". La manifestazione, indetta inizialmente per protestare contro il no del Colle al governo, è stato poi trasformata, con lo sblocco dell'impasse, nella "festa del governo del cambiamento". Nella Capitale decine di pullman provenienti da tutta Italia.

Tricolori e bandiere del M5s, "vecchia guardia", "big" diventati ministri: la festa per il governo organizzata dal Movimento è un modo per ricompattare un universo che ha vissuto gli ultimi giorni come un sisma. E, non a caso, a salire sul palco arriva Beppe Grillo e, assieme a Davide Casaleggio, prova a mantenere intatto l'equilibro tra l'ala governista e un'ala ortodossa che mira a non disperdere il Movimento delle origini. Con all'orizzonte, un possibile restyling dei vertici pentastellati.

Grillo: "Mi candido al Colle così caccio Di Maio" - "Vi faccio un annuncio - scherza Grillo - mi candido alla presidenza della Repubblica. Così se arriva Di Maio posso cacciarlo". "E chi se l'aspettava una roba così. La verità è che scherzavo. E ora su chi faccio la satira io? No, continuerò a fare satira, nessuno deve esserne immune, neanche i nostri. Ho usato il grido quando il nostro mondo sussurrava. Non dobbiamo perdere il diritto all'urlo ma ora siamo in un mondo in cui non dobbiamo dare nell'occhio", aggiunge ancora Grillo.

"Con Jobs Act si è legalizzata povertà" - "Con il Jobs Act abbiamo legalizzato la povertà, e ce ne sbattiamo i coglioni del misero. Entro il 2025 metà dei lavori conosciuti spariranno, su questo dobbiamo confrontarci". "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, ma se il lavoro non c'è?", domanda provocatoriamente.

"Società rating decidono su Italia, ma ora si cambia" - "Oggi ci sono società di rating che si permettono di decidere qual è la politica economica di questo Paese. Basta, ora si cambia con questi signori qui".

Di Maio accolto dalla folla - Di Maio è tra i più acclamati al suo arrivo. Poco prima, in un video tour via Facebook al Ministero dello Sviluppo Economico, lancia le sue prime priorità: non cita il reddito di cittadinanza ma quel superamento della Fornero caro alla Lega e la quota 100 delle pensioni contenuta nel programma del Movimento. Smussa, inoltre, i toni nei confronti del Quirinale - parlando di "interlocuzione virtuosa" - contro il quale, di fatto, aveva indetto la manifestazione del 2 giugno a Roma. Ma, ammette lui stesso, "il governo del cambiamento ci è stato permesso".

"Lo Stato siamo noi" - Di Maio si presenta con tutta la squadra dei ministri M5s e con il neo-consulente del Mise Sergio Bramini, imprenditore costretto a far fallire la sua azienda e al quale la casa è stata pignorata dopo aver chiesto invano crediti nei confronti dello Stato. "Ora lo Stato siamo noi, questa è la Repubblica del M5s", è il messaggio di Di Maio che, dal palco, saluta il presidente Sergio Mattarella e il presidente della Camera Roberto Fico, mediatore nella ricucitura del M5s con il Colle.

"Restituiremo potere a cittadini" - "Il nostro faro sarà la sofferenza delle persone. Oggi siamo maggioranza ma sappiamo cosa fare perché abbiamo stabilito un contratto di governo sulle cose da fare per l'Italia. Tutti ci prendevano in giro sulla storia del contratto eppure ci siamo riusciti, abbiamo imposto un metodo", afferma Di Maio. "Il Movimento è nato non per andare al potere ma per restituire il potere ai cittadini e con Giuseppe Conte abbiamo portato i cittadini nelle istituzioni nel vero senso della parola", sottolinea il leader pentastellato che rimarca: "Abbiamo portato al governo il nostro vero leader, il programma".

La piazza della protesta, per la prima volta nella storia del Movimento, diventa la piazza della celebrazione del governo. Pochissimi gli assenti ad un evento aperto, non a caso, da due "ortodossi" doc come Dalila Nesci - che cita le parole guerriere di Grillo - e Nicola Morra che ribadisce come siano "i contenuti" ad essere al centro dell'azione dei Cinque Stelle. C'è la sindaca Virginia Raggi, esponenti storici come Giancarlo Cancelleri e Alessio Villarosa, c'è la squadra dei ministri al gran completo, eccetto il premier Giuseppe Conte. I toni sono quelli di lotta cari al Movimento: dal palco si promette un'Italia più forte, si assicura che la troika in Italia non verrà, si promette lotta senza respiro in Europa. E Raggi si toglie un sassolino dalla scarpa: "Hanno descritto Roma come un inferno per evitare che il M5s andasse al governo".

Un nuovo direttorio? - Ma sotto la coltre della festa del Governo a 5 Stelle c'è un Movimento che si muove. Fonti pentastellate spiegano infatti come, nel medio periodo, ci sia la possibilità di un restyling nei vertici del Movimento con l'istituzione di un una sorta di nuovo direttorio, più allargato rispetto a quello a 5 nato nel 2014, che affianchi Di Maio - superministro e vice premier - nella direzione del Movimento. Grillo, prima di arrivare alla festa, tiene un lungo vertice con Casaleggio, con il direttivo dell'associazione Rousseau e, per un paio d'ore, anche con Raggi e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Poi, scatta l'ora della festa in piazza.

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