Superato il primo giro di boa ora il testo torna al Senato. In 4 articoli la prima riforma targata M5s-centrodestra
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L'aula di Montecitorio ha approvato, in seconda lettura, il disegno di legge per la riduzione del numero dei parlamentari, promosso dal Movimento 5 Stelle. Il provvedimento è passato con 310 voti favorevoli e 107 contrari e ora tornerà al Senato per la seconda delibera. Essendo un ddl costituzionale infatti è necessaria la doppia lettura da parte delle due Camere.
Il disegno di legge costituzionale per la riduzione del numero dei parlamentari modifica gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione riducendo di oltre di un terzo il numero complessivo di deputati e senatori. Il testo, in quattro articoli, è stato approvato in prima lettura al Senato a inizio febbraio e viene oggi varato dalla Camera senza modifiche.
Se maggioranza regge si evita il referendum - Ma, come prevede la Costituzione, servirà un'altra lettura nei due rami del Parlamento perché possa diventare legge. E la seconda lettura dovrà superare ancora la maggioranza assoluta, per non essere suscettibile di quel referendum confermativo che fu fatale alla riforma costituzionale Renzi del centrosinistra ed andare direttamente alla firma di Mattarella per l'entrata in vigore. Sulla carta un quorum alla portata in questo Parlamento dalla maggioranza M5s-centrodestra al completo (Lega,Forza Italia e Fratelli d'Italia) che si è registrato nella prima a Montecitorio"
Vani i tentativi dell'opposizione - ma Fi e Fdi hanno votato a favore del provvedimento - di apportare, con emendamenti (poco più di una trentina quelli ammessi all'aula), modifiche a tutela delle minoranze linguistiche, per "non produrre effetti distorsivi sulla rappresentanza politica" e per evitare "soglie di sbarramento implicite nella metà delle Regioni che supereranno la soglia del 10% e sulle quali potrà intervenire la Consulta". Il testo è stato approvato conformente alla versione licenziata dal Senato.
Taglio dei parlamentari - Nello specifico, la proposta prevede una riduzione pari al 36,5% del numero dei parlamentari, dagli attuali 945 a 600. Più precisamente, il numero dei deputati passa da 630 a 400, compresi i deputati eletti nella circoscrizione Estero, che sono ridotti da dodici a otto. Il numero dei senatori elettivi, invece, è ridotto da 315 a 200, compresi i senatori eletti nella circoscrizione Estero, che passano da sei a quattro.
Ripartizione senatori - La proposta modifica anche il numero minimo di senatori per Regione o provincia autonoma, che da sette passa a tre. Al Molise ne restano due, alla Val D'Aosta uno.
Senatori a vita - Al fine di evitare che il numero dei senatori a vita diventi troppo elevato si è introdotta anche una modifica all'articolo 59 della Costituzione, stabilendo che il numero complessivo dei senatori di nomina presidenziale in carica non sia superiore a cinque.
Entrata in vigore - L'articolo 4 infine stabilisce che la riduzione del numero dei parlamentari trovi applicazione a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale e in ogni caso non prima che siano trascorsi sessanta giorni dalla predetta data di entrata in vigore: questo per consentire l'adozione del decreto legislativo in materia di determinazione dei collegi elettorali.