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Il nodo Savona mette a rischio il governo Conte | Salvini e Di Maio: "O si parte o si torna alle urne"

Il leader del Carroccio arrabbiato dopo il colloquio tra il premier e Mattarella: "Un ministro amico di Berlino? No grazie". Secondo i bene informati già domenica un nuovo incontro al Quirinale

Il nodo Savona mette a rischio il governo Conte | Salvini e Di Maio:
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Di Maio e Salvini fermi su Savona ministro, ma dal Quirinale si alza il muro.

Torna quindi lo spettro delle elezioni visto che né Lega, né M5s sono disponibili ad offrire un altro nome per il Mef. Un altro nome innescherebbe un risiko nel governo che vedrebbe coinvolti anche gli Esteri, la Difesa e la Giustizia. Salvini: "Se salta tutto, la frattura è tra italiani e palazzi di potere. O il governo parte nelle prossime ore o si torna a votare". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Di Maio: "O si chiude in 24 ore o non più". Giallo sui tempi: secondo alcuni Conte potrebbe tornare al Colle già domenica.

"La squadra di governo che stiamo discutendo col presidente del Consiglio incaricato penso sia la migliore possibile per il cambiamento. Spero che nessuno metta i bastoni fra le ruote, dica dei no o la tiri in lungo". Così Salvini durante un comizio sabato sera. "O il governo parte nelle prossime ore e si inizia a lavorare o tanto vale tornare a votare e prendere la maggioranza assoluta. Anche se mi sembrerebbe irrispettoso per gli italiani che questo governo non parta perché è sgradito a qualcuno a Berlino o Bruxelles".

Dunque il leader della Lega non intende retrocedere sul nome di Paolo Savona all'Economia e consegna la lista dei suoi ministri al presidente del Consiglio incaricato. "Passi indietro la Lega ne ha già fatti abbastanza, abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare ma ora, avverte ancora una volta, "o si parte o non tratto più": "Non è questione di nomi e cognomi ma di rispetto del voto degli italiani", spiega.

Di Maio: "O si chiude in 24 ore o non più" - Luigi Di Maio sceglie parole speculari a quelle dell'alleato: "O si chiude la partita del governo entro 24 ore o non si chiude più. Abbiamo aspettato abbastanza, ora è il momento di lavorare - dice in un comizio a Terni - . Più ci attaccano e più sono motivato a farlo questo governo". Sostegno totale poi anche a Giuseppe Conte: "E' stato massacrato in 24 ore. Neanche noi siamo stati trattati così". "Abbiamo aspettato già abbastanza - afferma il leader del movimento M5s - e adesso è il momento di iniziare a lavorare per gli italiani".

"A M5s ministeri Sviluppo economico-lavoro" - Di Maio poi annuncia la sua lista di ministri: "Il ministero dello Sviluppo economico e quello del Lavoro devono andare al Movimento 5 Stelle", spiega sottolineando che "anche il ministero della Giustizia andrà al M5s".

Braccio di ferro con il Quirinale - Il braccio di ferro tra Colle e M5s-Lega sul nodo del responsabile del Tesoro, però, non accenna insomma a placarsi mentre il presidente del Consiglio incaricato prova a cercare la quadra per mettere insieme tutte le pedine necessarie alla formazione del governo da presentare, nel più breve tempo possibile, magari domenica o lunedì, alle valutazioni di Mattarella.

Telefonata Macron-Conte - Chiuso negli uffici di Montecitorio, Giuseppe Conte sente al telefono il presidente francese, Emmanuel Macron (ottima 'sponda' incassata in chiave "credibilità"), fa il punto sui i possibili candidati da mettere in squadra, vede l'ambasciatore Luca Giansanti (per la Farnesina), mentre fuori dal palazzo si organizzano i fronti contrapposti.

Gli attacchi dei media tedeschi - Da una parte gli azionisti del governo nascente, sostenuti anche da Fdi, fermi sull'indicazione di Savona al Mef e sempre più critici nei confronti del Quirinale. Dall'altra i partiti all'opposizione che evocano una mobilitazione per difendere l'Italia, mentre la stampa tedesca si occupa in toni allarmati di Savona, l'uomo "che odia la Germania".

"Lo spread sale ai massimi dal 2013. Chi è il colpevole? Non c'è nessun complotto, non guardate Bruxelles, non è colpa dei mercati finanziari. Il responsabile ha sempre un nome, in questo caso due cognomi: Salvini e Di Maio", attacca l'ex segretario del Pd, Matteo Renzi che però viene frenato dalle parole del Commissario Ue all'Economia, Pierre Moscovici che nega l'esistenza di "psicodrammi tra Roma e Bruxelles".

Comunque il segretario del Carroccio è fermissimo. "Noi siamo pronti, tempo da perdere non ce n'è. Speriamo che nessuno abbia niente da eccepire su nessuno di questi nomi. Avere dei ministri che vanno in Italia, in Europa e nel mondo a difendere gli interessi degli italiani è un valore". Senza contare che "nessuno in Italia ha mai eccepito su un ministro tedesco o francese...".

Dal fronte M5s ci pensa Alessandro Di Battista a mettere a disposizione la sua potenza di fuoco per sparare contro il Capo dello Stato: "E' inaccettabile che pensi di porre veti politici a un ministro dell'Economia come Savona", dice, mentre promuove il segretario del Carroccio al quale, pur "criticato in passato", riconosce l'impegno "incredibile" di quest'ultima fase politica. Ma verso il Colle i 5 stelle puntano tutta la loro artiglieria.

"Nessuno in questi 80 giorni ha voluto forzare la mano, nessuno ha voluto fare di testa sua, ma c'è un limite a tutto" avverte il deputato Manlio di Stefano mentre altri parlamentari si esercitano su quelle che dovrebbero essere le prerogative del Colle nei confronti del premier incaricato. "La sovranità appartiene al Popolo. Lo dice la Costituzione. Nessuna ingerenza verrà tollerata", attacca la vicepresidente M5s della Camera, Maria Edera Spadoni. E mentre il guru di Rousseau, Davide Casaleggio, si dice "fiducioso" che si risolva la crisi sul nome di Savona, anche il presidente della Camera, Roberto Fico, esponente dell'ala ortodossa del Movimento promuove il contratto tra M5s e Lega ad "alleanza parlamentare". La nostra, ricorda, "è una Repubblica parlamentare e su dei punti programmatici il Parlamento fa nascere i Governi. Funziona così".