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Il governo spiega: Nessun taglio alle pensioni di perseguitati politici e razziali

Il viceministro dellʼEconomia del Movimento 5 Stelle, Laura Castelli pubblica una nota sulla questione: Non toccheremo un solo euro dallʼassegno per le vittime delle leggi razziali

Il governo spiega: Nessun taglio alle pensioni di perseguitati politici e razziali - foto 1
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Tra i tagli alla spesa pubblica previsti dal decreto fiscale, ce ne sarebbe stato uno che in pochi giorni ha spacca l'opinione pubblica e fatto indignare più di altri: come riportato dal quotidiano "La Stampa" cinquanta milioni di euro sarebbero stati recuperati abolendo il "sostegno in favore di pensionati di guerra e assimilati, perseguitati politici e razziali".

A rischio c'erano quindi gli assegni previsti fin dal 1955 alle vittime delle leggi razziali - entrate in vigore esattamente 80 anni fa - e a chi è stato vittima di persecuzioni politiche durante il fascismo. Importi pari a 500 euro al mese destinati a persone nate prima del 1945, che quindi oggi hanno superato i 70 anni di età. A negare la misura è intervenuta, però, in rappresentanza del governo, il viceministro dell'Economia del Movimento 5 Stelle, Laura Castelli: "Smentiamo in modo categorico che sia stato tolto anche solo un euro dall'assegno per le vittime delle leggi razziali e per i perseguitati dal fascismo per motivi politici".

La smentita - "Ancora una volta - scrive in una nota il viceministro dell'Economia - ci troviamo costretti a intervenire per smentire una notizia falsa. [...] Il fondo per le pensioni c'è ed è capiente per tutto il 2019. Tutti i beneficiari riceveranno l'intero assegno". "Riteniamo quanto fatto circolare sulla Stampa - aggiunge Castelli - un fatto gravissimo, oltretutto perché riguarda una questione delicata e sensibile quale quella delle vittime della persecuzione. Si tratta dell'ennesima squallida menzogna e ci dispiace che a essere inconsapevolmente coinvolte in questo clamoroso errore siano persone a cui va tutto il nostro sostegno e la nostra comprensione. Non avremmo mai pensato che si sarebbe giunti al punto di utilizzare la tragedia delle vittime delle leggi razziali per attaccare il Governo. Gli esponenti delle opposizioni che hanno rilanciato queste falsità, come l'onorevole Fiano, dovrebbero vergognarsi e chiedere scusa. E' triste constatare ogni giorno di più la totale perdita di credibilità a cui è giunta la stampa in questo paese. Pur di attaccare questo Governo si arrivano a fabbricare e cavalcare vere e proprie fake news, senza che vi sia la benché minima accortezza giornalistica di verificare i fatti". " L'obiettivo è colpire il Governo con ogni mezzo e questo va al di là dell'informazione giornalistica. Auspichiamo che quanto prima giungano scuse pubbliche e che si dia risalto alla verità. Un'informazione malata mina la democrazia di un paese", conclude.

In una nota del Mef si legge ancora che che il dl fiscale "ha operato un allineamento dello stanziamento in bilancio alla effettiva erogazione delle risorse in base ai diritti soggettivi degli interessati. Ma non sono state introdotte misure che limitano il beneficio o i requisiti di accesso". Sarebbero insomma meno gli aventi diritto e quindi la somma destinata a tali pensioni è stata ridotta.

Le reazioni - Quando la notizia si era inizialmente diffusa, il primo a riprendere la denuncia delle comunità ebraiche era stato il deputato Pd Emanuele Fiano, che chiedeva di "cancellare questa vergogna". Poi anche la vice presidente della Camera di Forza Italia, Mara Carfagna, che sperando in "un errore tecnico e non una scelta deliberata" aveva annunciato la presentazione di un emendamento che "iparasse "questo insulto alla memoria e alle persone che hanno patito e combattuto l'antisemitismo e la dittatura".