Attacco del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, a Renzi, "arrivato a Palazzo Chigi in un modo che non rientra nelle regole della democrazia, è una cosa che non succede in nessuna democrazia"
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Continua il duello a tre fra Berlusconi, Renzi e Grillo. Secondo il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, il modo in cui Renzi è arrivato a Palazzo Chigi "non rientra nelle regole della democrazia". Su Grillo "assassino": è un fatto storico, non un insulto". Renzi: "Pd prenderà più voti del M5S". "Grillo: "Vinceremo straordinariamente le Europee".
Berlusconi: "Grillo assassino" - Il leader di FI, nella quotidiana maratona tv, se da un lato rilancia il suo attacco frontale a Grillo - "è un assassino, è un dato di fatto" - dall'altro evoca, sia pure con prudenza, le larghe intese contro l'ombra dell'autoritarismo. E torna ad abbassare i toni sul presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, smentendo qualsiasi ipotesi di impeachment evocata dai suoi parlamentari in merito al "caso Geithner".
Ipotesi larghe intese contro pericolo M5S - Di fronte all'ondata dei 5 Stelle e con la prospettiva ormai certa di essere il terzo partito, Berlusconi torna così a strizzare l'occhio al premier Renzi e frena sullo strappo del patto del Nazareno assicurando che, qualunque sia la performance di FI alle Europee, ciò non influenzera' le decisioni sulle riforme. Non solo. Negli "scenari futuri" che si addensano per il post-25 maggio non esclude neanche quella di un esecutivo delle larghe intese da opporre al "pericolo di un regime autoritario".
Renzi: "Pd forte meglio per l'Italia" - Renzi chiama a raccolta tutte le forze del Partito democratico e si gioca tutto sugli indecisi per convincerli che quello per il Pd è un voto utile. Non perche', come vorrebbe far credere Grillo, sia in gioco la vita del governo ma perché un Pd "forte" può meglio di chiunque altro fare gli interessi dell'Italia in Europa. E' questo l'argomento da usare con i delusi di Grillo e Berlusconi, spiega il premier. Che a forzisti e grillini lancia il suo "appello": "L'unica vera strada per rendere forte, autorevole e credibile l'Italia in Ue" è il Pd.
"Se vince Grillo non mi dimetto" - Se Grillo e Casaleggio dicono di avere già in tasca la vittoria e l'elenco dei ministri di un esecutivo 'a 5 Stelle', Renzi non si scompone e replica puntuto che in gioco non c'è il governo del Paese, dal momento che il premier può mandarlo a casa solo il Parlamento italiano, che non cambierà. Il leader del Pd, insomma, non ci pensa proprio a dimettersi se il M5s dovesse riaffermarsi come primo partito.
Appello agli indecisi - Il leader Pd si sbilancia fino a prevedere che il M5S prenderà meno che alle politiche, mentre il suo partito di più. Se Grillo e Berlusconi "si insultano" e si rendono protagonisti di una scena da ring che fa tristezza, c'è un premier che "lavora". E non intende mollare "mezzo millimetro" sulla via del "cambiamento". Per far passare il suo messaggio Renzi dichiara di combattere "come un pazzo, come un leone": l'obiettivo non è una percentuale, ma affermare il Pd come "il gruppo di centrosinistra più numeroso nel Parlamento europeo" perché bisogna essere forti in Ue per "cambiare l'Italia e l'Europa". Questo può farlo solo il Pd, non "l'inquietante" Casaleggio e chi, come i 5 Stelle, fa "pagliacciate sui tetti". Non i "piccoli partiti", non FI. Certo "molto dipenderà da quanta gente va a votare". E' per questa ragione che Renzi chiama a raccolta tutte le forze 'democratiche'. Con una lettera agli elettori del suo partito, in cui non solo chiede il loro voto per quello che definisce un "passaggio fondamentale".
Grillo in casa di Renzi - In serata il comizio del leader del Movimento 5 stelle che va in casa dell'avversario sia per sorpassare il Pd alle europee sia per portare al ballottaggio Dario Nardella, il renziano candidato sindaco della città. Certo di vincere "straordinariamente" le Europee, candida il suo movimento ad essere erede della questione morale portata avanti da Berlinguer e non risparmia a Renzi un coinvolgimento da "condannato", riferendosi ad una decisione della Corte dei Conti riferita al periodo in cui il premier era presidente della provincia di Firenze: "Siamo tre delinquenti, è stato condannato anche il vostro ex sindaco", dice in una affollatissima piazza Santissima Annunziata.
Grillo, che non cita il nome di Renzi nè il 'soprannome' "ebetino", cita Berlinguer presentandosi sul palco in collo al parlamentare Alessandro Di Battista, proprio come fece Benigni con l'allora segretario del Pci: ""l Movimento 5 Stelle è l'unico partito che porta avanti la questione morale di Berlinguer, siamo gli unici a portare avanti la sua eredità". E ancora: "Dopo Berlinguer non c'è più nulla, nel Pd non sono figli di operai ma di massoni".
"Siamo francescani" - "Siamo diventati il primo movimento politico in Italia", ha ribadito Grillo dicendosi sicuro della vittoria "straordinaria" alle europee: "Dobbiamo rifare questo Paese dalle fondamenta - aggiunge - dobbiamo ripensare la cultura e l'economia, non perché siamo megalomani ma perché siamo obbligati a farlo". E quanto alle polemiche sul paragone con Hitler, "io sono oltre Hitler: sono Charlie Chaplin". "Noi - aggiunge - siamo francescani, le nostre parole sono solidarietà, aiutare chi è rimasto indietro, dovrebbe esserci Bergoglio qui sotto".