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Green pass, Brunetta: "Lavoratori hanno 4 settimane per adeguarsi, strategia ci pone all'avanguardia nel mondo"

Il ministro della P.a.: "L'estensione riguarderà 23 milioni di persone". Speranza: "E' un'ulteriore spinta alla ripartenza". Ma non mancano le tensioni anche nella maggioranza

cdm conferenza stampa
Da video

La strategia del decreto sull'estensione del Green pass è "universalistica, perché va a toccare tutto il mondo del lavoro per un totale di 23 milioni di persone". Così il ministro Renato Brunetta in conferenza stampa, ricordando che il provvedimento entrerà in vigore il 15 ottobre e che "conferisce 4 settimane di tempo per prepararsi. Questa strategia ci pone all'avanguardia nel mondo". E' "un dl per continuare ad aprire il Paese", ha detto il premier Draghi.

Brunetta: "Siamo grati a Draghi"

"Stiamo crescendo del 6% di Pil. Questa operazione non può che rafforzare la crescita e renderla non una fiammata ma strutturale. Per questo io concordo con il professor Fauci: l'Italia con questa decisione si pone all'avanguardia nel mondo e siamo grati a Draghi che ha tenuto la barra dritta", ha ribadito poi il titolare del dicastero della P.a..

 

Speranza: "E' un'ulteriore spinta alla ripartenza"

 "Siamo convinti che questo decreto possa contribuire a dare un'ulteriore spinta a questa fase di ripartenza e gestire al meglio i mesi che verranno", ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, in conferenza stampa insieme ai ministri Brunetta,  Gelmini e Orlando. "Lo facciamo per due ragioni - ha quindi osservato -: per rendere questi luoghi più sicuri e per rendere più forte la campagna di vaccinazione". Questo decreto è un tassello molto importante, una strategia che punta sul vaccino per aprire una nuova fase".

 

Gelmini: "Da enti locali condivisione su impostazione decreto"

 "C'è stato un preventivo confronto in conferenza unificata, devo ringraziare i presidenti si Regioni, Anci e Upi perché abbiamo potuto accogliere alcune loro proposte ma abbiamo riscontrato una sostanziale condivisione sull'impostazione del decreto ma soprattutto vi è la consapevolezza che il Green pass è uo strumento per tutelare gli spazi di libertà conquistati con grande fatica e le attività economiche", ha spiegato invece il ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini. "Noi ci auguriamo che ci possa essere anche un aumento delle attività aperte e una riduzione degli strumenti di rigidità utilizzati per combattere il virus", ha concluso.

 

La tensione resta

La tensione in maggioranza però resta: Draghi punta tutto sul Green pass e per ora abbandona l'idea dell'obbligo vaccinale, che tra i partiti sarebbe ancor più divisivo. Alla misura esprimono sostegno convinto Enrico Letta, Matteo Renzi, i ministri di Forza Italia, un più cauto via libera Giuseppe Conte ("Una misura utile", dice). Salvini invece sembra conservare i suoi dubbi. E Giorgia Meloni afferma che la scelta del governo non ha eguali nel mondo. La scelta, dunque. E' quella di chiedere il Green pass a chiunque "entri da una porta per svolgere il suo lavoro" (la mette così Renato Brunetta).

 

Il dibattito in Parlamento

In Parlamento si apre però il dibattito: la fronda leghista guidata da Claudio Borghi dice no. Quanto alle sanzioni, non si potrà arrivare al licenziamento del lavoratore. La discussione tra i ministri si anima sul tema dello smart working: cosa fare per evitare che un No vax chieda di essere sempre esentato dal lavoro in presenza? Nel pubblico si tenderà a tornare in ufficio, spiega Brunetta, mentre Orlando osserva che nel privato le regole saranno riviste con accordi tra le parti.

 

Scontro tra Franceschini e Speranza Qualche tensione poi si registra sulla richiesta del ministro Dario Franceschini di eliminare da subito i limiti di capienza per cinema e teatri, dal momento che si entra col Green pass. Il botta e risposta con il collega Roberto Speranza si ripete in cabina di regia e in Cdm (ma Speranza nega che si tratti di uno scontro). Il ministro della Salute sostiene che non si possa procedere prima di aver visto come andranno i contagi a fine mese, quando si vedrà l'impatto della riapertura delle scuole. Franceschini insiste, ma Draghi sposa la linea di Speranza: entro il 30 settembre il Cts si pronuncerà sul distanziamento in tutti i luoghi chiusi, anche quelli di lavoro, poi il governo valuterà se cambiare le regole, per gli eventi - l'orientamento appare favorevole - ma eventualmente anche nelle fabbriche. Giorgetti ottiene che si valuti anche la riapertura delle discoteche (cavallo di battaglia leghista) e chiede che per i lavoratori sospesi i datori non paghino i contributi previdenziali.

 

 

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