Il contratto di governo Lega-M5s è quasi pronto, ma la trattativa sembra arenarsi sull'unico, vero, problema da risolvere: il nome del premier
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Il contratto di governo Lega-M5s è quasi pronto, ma i punti verranno chiusi "entro fine settimana", ricorda Matteo Salvini. A dispetto, però, dell'ottimismo mostrato anche da Di Maio, la trattativa sembra ancora in alto mare con un problema da risolvere: il nome del presidente del Consiglio. Il leader leghista: "Il premier? Né io né Di Maio. Faremo una sintesi. Lunedì, comunque vada, si torna da Mattarella".
L'incontro tra i leader di Lega e M5s è durato più di tre ore. Il Capo dello Stato attende notizie precise sullo stato dell'intesa e vuole un nome. Sono ore delicate, come ricorda il caso della reazione su Monte dei Paschi di Siena: è bastata la pubblicizzazione di un passaggio del programma dedicato a Mps per far fibrillare il titolo, provocando la reazione difensiva del ministro Padoan, forse condivisa dal capo dello Stato.
Il tempo sta per scadere - Salvini ricorda poi che il tempo sta per scadere, "altro non ne vogliamo portare via". L'ipotesi di un "governo del presidente" paventata giorni fa dal Quirinale non è mai tramontata. E dalla Valle d'Aosta, dove arriva per la chiusura della campagna elettorale in vista delle regionali di domenica, Salvini lancia il suo avvertimento: "i numeri sono numeri. Il premier, chiunque sia, ovviamente sarà protagonista, o magari è già il protagonista, della stesura di questo programma". Se l'intesa verrà raggiunta, fa comunque intendere il leader leghista, l'intenzione è di tenere coperto l'eventuale nome fino a quando non si salirà al Colle.
La trattativa intanto prosegue a ritmi serrati: Salvini e Di Maio nei prossimi giorni sono impegnati sul territorio per iniziative elettorali e per l'appuntamento con i gazebo per illustrare il contratto di governo ai rispettivi iscritti e simpatizzanti. Salvini si dice infatti "orgoglioso del lavoro fatto in questa settimana con il Movimento 5 Stelle perché non si è litigato su ministri e viceministri", ma si è discusso dei temi rilanciando il concetto del "grande governo del cambiamento che si vuole realizzare".
I punti salienti del contratto - Trentanove pagine e 29 punti: il contratto per il governo del cambiamento tra Movimento 5 Stelle e Lega prende forma. Nell'accordo trovano spazio, tra gli altri, temi caldi come le banche, il lavoro, il conflitto di interessi, i vaccini, il reddito di cittadinanza (780 euro mensili per persona singola), le pensioni di cittadinanza (integrazioni per chi percepisce una somma inferiore ai 780 euro ogni mese), la riduzione della pressione fiscale con l'introduzione di una flat tax che rispetti il criterio della progressività, il taglio dei costi della politica la cyber security, ma soprattutto immigrazione ed Europa. Non c'è una linea ben definita: gli accordi sul da farsi in ambito internazionale saranno decisi volta per volta "per la migliore tutela degli interessi dell'Italia", partendo da una base: trattati Ue e istituzioni continentali devono cambiare.
Immigrazione - Sulla gestione dei flussi migratori, invece, è il superamento degli accordi di Dublino il cuore dell'intesa, affiancato dal rimpatrio di 500mila irregolari e da una redifinizione delle sedi temporanee, che "dovranno essere dignitose".
"Niente" Tav - Sparisce il tema della Tav, mentre entra nel contratto l'alienazione genitoriale, la dinamica psicologica disfunzionale che, secondo alcune teorie mediche, si attiverebbe sui figli minori coinvolti tanto in contesti di separazione e divorzio dei genitori, definiti conflittuali, quanto in contesti di presunta violenza intradomestica. Sui vaccini non viene citato il superamento della legge Lorenzin sull'obbligatorietà, mentre nel capitolo dedicato alla Sanità entra l'implementazione della telemedicina e viene istituito il ministero della Disabilità.
Macron: "M5s e Lega forze paradossali" - Salvini avverte l'Europa: "Spero che tutti all'estero e in Italia rispettino la volontà popolare, altrimenti la Lega non starà a guardare". un riferimento al presidente della Francia, Emmanuel Macron, che derubrica a "forze eterogenee e paradossali" Lega e Cinque stelle e si affida alle garanzie di europee di Mattarella. Mentre si muove addirittura il Cremlino per puntellare gli sforzi del duo Salvini-Di Maio nel voler far ritirare le sanzioni alla Russia. Poi di nuovo Bruxelles: "E' importante attenersi alla disciplina di bilancio, e specialmente per l'Italia continuare a ridurre il deficit e il debito perché fattori di rischio", attacca il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis.