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Governo, Draghi richiama i partiti dopo il caso Milleproroghe: "Ora basta"

Il governo è andato sotto 4 volte: su Ilva, sperimentazione sugli animali, aumento del tetto dei contanti e graduatorie per la scuola. Il premier chiede compattezza, i partiti vogliono un cambio di metodo

mario draghi conferenza stampa
Ansa

Un richiamo ai partiti, dopo quanto accaduto nella notte sul Milleproroghe quando il governo è andato sotto quattro volte.

E' quello che il premier Mario Draghi ha fatto nel corso della cabina di regia in vista del Consiglio dei ministri di venerdì. Draghi, rivela un ministro, ha chiesto spiegazioni su quanto avvenuto, invitando tutte le forze politiche a garantire una maggiore compattezza nel corso del passaggio parlamentare dei provvedimenti. Dal canto loro i partiti chiedono un cambio di metodo: "Ci coinvolga di più".

Convocati i capi-delegazione di maggioranza

La convocazione dei capi-delegazione di maggioranza da parte del premier sa di ultimatum: o mi garantite i voti o così il governo non può andare avanti, ha detto in sostanza nella riunione a Palazzo Chigi. Il governo esce infatti ammaccato dopo aver incassato ben quattro sconfitte su altrettanti emendamenti. Si tratta di provvedimenti di peso che vanno dall'Ilva alla sperimentazione sugli animali, fino all'aumento del tetto di contanti usabili e alle graduatorie per la scuola.

 

Draghi al Colle per fare il punto

Non poco, e l'incidente viene letto nelle sue proporzioni anche al Quirinale. Draghi così non perde tempo e non appena atterrato proveniente dal Consiglio europeo di Bruxelles sale al Colle - richiamato dal Presidente, sottolineano fonti parlamentari - per riferire della crisi Ucraina ma anche per fare il punto con il Capo dello Stato che fonti di governo definiscono preoccupato per quanto avvenuto nella notte in Parlamento.

 

Il premier chiede un "chiarimento immediato"

Ne esce un richiamo ai partiti di maggioranza che il premier esplicita nella riunione chiedendo "un immediato chiarimento" perché non si tratta di normali dinamiche parlamentari ma di un problema squisitamente politico. Draghi non ha mancato di ricordare il motivo per cui è stato portato a Chigi dal Presidente della Repubblica sottolineando che lui ha accettato "per fare le cose". Il combinato disposto di venti di guerra e agguati di maggioranza non può che mettere sull'allerta sia Chigi sia il Quirinale sulla tenuta della maggioranza. Anche perché, seppur sottotraccia, le linee di politica estera rispetto alla Russia all'interno della coalizione non sono consonanti e forti sono i timori che le sanzioni contro Mosca provochino contraccolpi pesanti sul mercato dell'energia italiano.

 

Segnali di incontrollabilità del Parlamento

Dal Colle non esce alcuna indiscrezione sul "tete a tete" tra Mattarella e Draghi. Un silenzio che conferma la delicatezza della situazione internazionale e la fragilità delle dinamiche interne. Un Parlamento, forse rivitalizzato proprio dalla rielezione di Mattarella e dalle spinte della Consulta a legiferare, mostra però segnali di incontrollabilità. Anche se in verità quanto accaduto in commissione sembra frutto di scelte precise dei partiti di maggioranza. Basta esaminare i provvedimenti e le indicazioni di voto trasversali nonostante i pareri negativi dell'esecutivo.

 

Il governo è andato sotto quattro volte

Durante l'esame delle modifiche al decreto Milleproroghe il governo è andato sotto quattro volte e in alcuni casi la maggioranza si è spaccata. Contro il parere dell'esecutivo sono passati gli emendamenti che prevedono il dietrofront sull'Ilva e sul tetto al contante così come sono state approvate norme sulle graduatorie della scuola e i test sugli animali.

 

Tetto al contante riportato a 2mila euro

Più in particolare la maggioranza si divide su un provvedimento dal forte valore simbolico - approvato da pochissimo - come il tetto al contante che viene in un attimo riportato a 2mila euro. La Lega e FI hanno votato infatti con l'opposizione rappresentata da Fratelli d'Italia. Una modifica passata per un solo voto con il parere contrario del governo.

 

Altro scossone si verifica sull'Ilva

La norma originaria sull'Iva cambiava la destinazione di parte dei fondi Riva che ora tornano a poter essere utilizzati per le bonifiche. In questo caso sono Fratelli d'Italia e Lega a votare a favore in sintonia con il parere del governo. Anche sulle graduatorie per l'istruzione il governo aveva dato parere favorevole a una riformulazione che però è stata bocciata dalle commissioni.

 

 

Allungata fino a luglio 2025 la sperimentazione sugli animali Come se non bastasse l'esecutivo è andato sotto anche sulla norma che prorogava la sperimentazione animale per soli sei mesi. L'emendamento approvato, con il parere contrario del governo, ha allungato la sperimentazione fino al primo luglio del 2025. La sintesi del caos che si sta impadronendo della coalizione viene da un ministro governista della Lega, Giancarlo Giorgetti: "Se i capigruppo non controllano i gruppi è grave, ma se li controllano, e questo è il risultato voluto, è peggio".

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